IL MORTO DEL MESE

venerdì 17 febbraio 2017

Giusto Pio (1926-2017)

CASTELFRANCO VENETO, PADANIA - Purtroppo c'ha lasciato pure Giusto Pio, pseudonimo di... ah no, si chiamava proprio così. Dicevamo, c'ha lasciato Giusto Pio, uno dei più frequenti e influenti collaboratori di Battiato (approfittiamo per ricordare anche il grande Manlio Sgalambro). Pio inizialmente era il maestro di violino dello sborone siculo, poi i due scoprirono di avere una visione comune e cominciarono a scrivere canzoni insieme e a esibirsi (lui sempre dietro al Maestro, che poi in realtà era lui il maestro, cioè il maestro del Maestro, SPINGITORI DI SPINGITORI DI CAVALIERI!).

Fra i non pochi pezzi di cui è coautore ricordiamo L'era del cinghiale bianco, Bandiera bianca (di cui ho scoperto una ridicola versione in spagnolo), Cuccurucucù, No time no space, Il re del mondo, L'animale, I treni per Tozeur, Prospettiva Nevski, etc etc etc (vabbè, praticamente tutti gli album più belli di Battiato); inoltre, sempre insieme al nasone, ha scritto svariati pezzi per Alfredo Cohen (Roma e Valery, che poi diventerà Alexander Platz) e per le di lui figliocce Milva (Poggibonsi, Una storia inventata), Giuni Russo (Un'estate al mare, Lettera al governatore della Libia) e Alice (Per Elisa, che vinse Sanremo '81 nonostante l'agguerrita concorrenza di Jo Chiarello).

Ha inoltre pubblicato vari lavori solisti (sempre in collaborazione con Battiato), come Motore Immobile, Legione straniera e Alla corte di Nefertiti, che tosto andremo a sentirci.

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Morirono così