IL MORTO DEL MESE

giovedì 6 marzo 2014

Manlio Sgalambro (1924-2014)

CATANIA, TRINACRIA -
Il nascere e il morire sono i due momenti unicamente reali. Il resto è sogno, interrotto da qualche insignificante sprazzo di veglia.
Il filosofo siciliano Manlio Sgalambro vive finalmente il suo secondo momento unicamente reale, sempre ammesso che supponiamo sia nato, ovviamente. Questo lo fa entrare di diritto nel nostro sito così prodigo di personaggi che hanno vissuto non uno, ma ben due, momenti unicamente reali. Alleluja!

Che poi Sgalambro, se tralasciamo il vizietto di collaborare con mister boria in persona Franco Battiato (per il quale ha scritto testi e soggetti), ci stava molto simpatico: il suo cipiglio da scazzone neonichilista era molto affine alle nostre corde e si trovava spesso a coniare aforismi sopraffini come quelli che seguono:
Se rubi ti arrestano; se affermi che esiste Dio è solo un'opinione. Ciò mi ha sempre meravigliato.
Che io debba essere governato: ecco da dove inizia lo scandalo della politica.
Che non ci sia niente di peggiore del mondo, non si deve dimostrare.
Non si può essere reazionari perché non c'è dove tornare; non si può essere progressisti, perché non c'è dove andare.
Vera disciplina nelle cose dell'intelletto è una spietata intransigenza contro lo spirito di discussione. Ogni concessione fatta in nome della reciproca eguaglianza è un tradimento della verità su cui si fa prevalere la cortesia. Pensare divide.
Come sopportiamo ancora di chiamarci viventi - noi morenti!
Tutti moriamo assassinati.
Addio, Manlio. Ci vediamo dall'altra parte della morte.

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Morirono così