IL MORTO DEL MESE

giovedì 18 ottobre 2012

Kōji Wakamatsu (1936-2012)

TOKYO, GIAPPONE - Solitamente sono le persone a prendere il taxi, ma il regista giapponese Kōji Wakamatsu, anticonformista fino all'ultimo, ha deciso di fare il contrario e s'è fatto prendere da un taxi, andando anzitempo (vabbè, c'aveva 76 anni) a far conoscenza col Creatore. Era uno dei massimi esponenti del cosiddetto Pinku eiga, sorta di softcore-pulp (per oggi rimaniamo in tema) al quale il regista aveva dato un'impronta "d'autore", inserendo nelle sue opere elementi di critica alla società giapponese. Boh, a me sembra che in tutti i suoi film non si parli altro che di stupri: in Su su per la seconda volta vergine un ragazzo, che da piccolo era stato stuprato da alcuni tizi, assiste allo stupro di una tizia, empatizza con lei, poi uccide i suoi stupratori e infine entrambi si suicidano; in Embrione il proprietario di un grande magazzino rimorchia una sua dipendente, la porta a casa sua dove la sequestra, la tortura in ogni modo e la violenta a ripetizione; in Angeli Violati un tizio entra in un ospedale e violenta e uccide tutte le infermiere che incontra; in A Pool Without Water un controllore di autobus salva una tizia da uno stupro, poi eccitato dalla cosa inizia a rapire e violentare donne a caso; in Serial Rapist... vabbè, che ve lo dico a fare.

Scherzi a parte, i film in questione non sembrano male, varrebbe la pena darci un'occhiata, sempre ammesso che si trovino sottotitolati (ovviamente nessuno, almeno fra quelli meno recenti, è stato distribuito in Italia; solo alcuni fra quelli citati sono andati in onda su Fuori Orario a tarda notte). Fra i suoi ultimi lavori sembrano interessanti anche United Red Army (per fare questo film Wakamatsu s'è ipotecato la casa dove viveva, per farla poi distruggere durante le riprese), Caterpillar (presentato a Berlino nel 2010) e 11:25 The Day He Chose His Own Fate (basato sulla storia di Yukio Mishima, ha partecipato quest'anno a Cannes).
La violenza, il corpo e il sesso sono parte integrante della vita.
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Morirono così