IL MORTO DEL MESE

giovedì 9 maggio 2024

Steve Albini (1962-2024)

CHICAGO, ILLINOIS(E) -
I do not want and will not take a royalty on any record I record. No points. Period. I think paying a royalty to a producer or engineer is ethically indefensible. The band write the songs. The band play the music. It’s the band’s fans who buy the records. The band is responsible for whether it’s a great record or a horrible record. Royalties belong to the band. I would like to be paid like a plumber: I do the job and you pay me what it’s worth.
Un arresto cardiaco mentre lavora a un qualche nuovo album ripara tubature nei suoi Electric Audio Studios di Chicago stronca il noto produttore discografico idraulico Steve Albini, che sedette alla regia di dischi fichissimi tipo Surfer Rosa, Goat, Rid of me, Acme, Times of grace, In utero... nonché innumerevoli altri. Noto per le sue (spesso più che giustificate, eh!) sparate contro lo star system, il mainstream musicale e i dischi iperprodotti, Albini era anche un chitarrista e le sue band (tutte vicine al noise rock e al post-hardcore - Big Black, Rapeman e Shellac) avranno sempre un posticino nei nostri cuori. Ah, Steve era anche un appassionato pokerista e aveva vinto una fracca di tornei. Dunque, se non ho capito male: prendere diritti d'autore su dischi di band di cui non si fa parte è male, vincerli in tornei del cazzo organizzati da criminali è bene. Vabbé, comunque sia, dispiace parecchiotto che sia motto. Rest in noise, Steve!

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Morirono così