ROMA, ITALIA -
E adesso giura, adesso giuraAhinoi, il grandissimo Francesco Migliacci cade giù. Paroliere prolificissimo, fu lui a vergare gli immortali versi di T'appartengo, cantata da Ambra in quella gangbang di ninfette una volta nota come Non è la Rai (chissà che fine ha fatto la tizia che sfondava il muro a craniate...). Potremmo fermarci qui, ma già che ci siamo, orsù, facciamolo un bell'elencone degli altri pezzi (non tutti, se no facciamo notte) di cui Migliacci è stato autore: innanzitutto, quella lì, come si chiama... ah sì, Nel blu dipinto di blu, poi anche Pasqualino maragià, Tintarella di luna, Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte, Come te non c'è nessuno, In ginocchio da te (anche se preferisco la versione dei System of a Down), Una rotonda sul mare, C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, Spaghetti a Detroit, La bambola, Ma che freddo fa, Il cuore è uno zingaro, Che sarà, Pelle di serpente, Ancora, Uno su mille... e poi basta. Insomma, poca roba... France' ti potevi sforzare un pochino! Oltre ad aver scritto i testi di mezza musica leggera italiana, Migliacci è stato anche autore di numerose sigle di cartoni giappi, roba assolutamente non memorabile tipo Heidi, Daltanious, Lupin "Fisarmonica" (di cui già abbiamo parlato), Mazinga, Chobin e sia Che Paura mi fa che Carletto e i mostri. Una prece. link |
martedì 19 settembre 2023
Francesco Migliacci (1930-2023) |