IL MORTO DEL MESE

giovedì 10 agosto 2023

Robbie Robertson (1943-2023)

LOS ANGELES, CALIFORNIA - In questi giorni ha fatto "scalpore" il video di un trapper nostrano che stona (qual insolita sorpresa!) non appena gli si stacca l'autotune e alcuni dei più grandi "sociologi" presenti su quel bar degli amici virtuale dei social hanno iniziato ad additare chi sbeffeggiava il tipo, adducendo la solita scusa "non sapete accettare le novità" e accostando alla cosa il passaggio di Dylan al rock (cioé, già mettere nella stessa frase mr. Zimmerman e 'sto coglione...). Vabbé, dopo il preambolo che non c'entra un cazzo, annunciamo la dipartita di Robbie Robertson, uno dei principali fautori della svolta rock di Dylan, uno dei colpevoli di quella che all'epoca venne vista dai più retrogradi come una mossa da venduti... poi, vabbé, diciamolo: Blonde on blonde è molto più fico dei dischi chitarra, armonica e lamenti del buon Bob ed è, giustamente, considerato uno degli album più importanti della storia. Ma la storia di Robbie Robertson non è solo collegata a Bob Dylan: con la sua band, talmente basilare da avere l'ardire di chiamarsi semplicemente The Band, Robbie ha scritto pagine su pagine della storia del rock, perciò andremo a fare la solita carrellata di ricordi accompagnandola alla solita carrellata di lacrime. La carriera di Robertson si è mischiata anche col mondo del cinema, a partire dal lavoro di Scorsese (col quale collaborerà poi tipo centordicimila volte) in The last waltz, rockumentary che narra di un live speciale dei The Band farcito con altrettanto speciali ospiti. Robbie riabbraccia oggi gli ex-compagni di Band Richard Manuel, Rick Danko e Levon Helm, raggiungendo così il mondo dei più: preghiamo.

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Morirono così