IL MORTO DEL MESE

giovedì 8 luglio 2021

Paolo Beldì (1954-2021)

STRESA, ITALIA - Cavolo, è morto Beldì! Il regista televisivo novarese ne ha fatta tanta di roba: Mai dire Banzai (ma di cosa era regista, se il programma era di fatto spezzoni di programmi giapponesi montati più o meno alla rinfusa?), Lupo Solitario (non il librogame), L'araba fenice, Mi manda Lubrano, gli show one-shot di Celentano (Svalutation, Francamente me ne infischio, Rockpolitik, Rock Economy), tre edizioni di Sanremo, e, ovviamente, Quelli che il calcio (mi ero dimenticato dell'esistenza di Carlo Sassi; ho controllato ed è ancora vivo). Caratteristica di Beldì era l'abitudine d'inquadrare il pubblico o gli ospiti in atteggiamenti imbarazzanti, spesso indugiando su particolari dettagli di vestiario: fece incazzare Lubrano quando inquadrò, in diretta, un calzino di uno spettatore e suscitò scandalo quando a Sanremo inquadrò gli spettatori che dormivano.

Forse a nessuno frega un cazzo che...
Fra i vari programmi a cui ha lavorato c'è stata L'araba fenice: in realtà il programma inizialmente si chiamava Matrjoska, la cui prima puntata prevedeva, fra le altre cose: Moana Pozzi che presentava "l'angolo della vergogna" completamente nuda; un mostro verde (il mitico Scrondo) che vomitava quando in tv vedeva Pippo Baudo e si scopava il televisore quando c'era la Carrà; un coro di Ciellini che non sapevano di essere stati invitati per essere presi per il culo. Inoltre la conduzione era affidata a un tizio marocchino, Mazouz M'Barek, che fino a cinque minuti prima faceva il venditore ambulante. La trasmissione fu stoppata da Berlusconi in persona e dopo il casino che ne seguì (Ricci mise sul piatto le sue dimissioni), il programma si "trasformò" ne L'araba fenice, mantenendo comunque quasi tutte le caratteristiche di Matrjoska (compresa Moana sempre nuda).

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Morirono così