IL MORTO DEL MESE

venerdì 4 giugno 2021

Amedeo di Savoia-Aosta (1943-2021)

AREZZO, GRANDUCATO DI TOSCANA -
Ho 16 tatuaggi e 11 nipoti. Se fossi diventato re, non mi sarei divertito tanto
Eh sì, che spasso farsi i tatuaggi! Ha smesso di pompare sangue blu il cuore di S.A.R. Amedeo di Savoia-Aosta (nome completo: Amedeo Umberto Giorgio Paolo Costantino Elena Fiorenzo Maria Zvonimir, e vi giuro che l'ultimo non me lo sono inventato), quinto Duca d'Aosta, principe della Cisterna e di Belriguardo, marchese di Voghera, conte di Ponderano, travaglio della Moldavia, connestabile di Castiglia, cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez etc. Amedeo faceva parte del ramo decente della famiglia Savoia, quelli che non si sono mai trovati in guai giudiziari o non si sono mai ricoperti di ridicolo, non hanno mai sparato a casaccio da ubriachi uccidendo gente innocente etc. Purtroppo sono cose che capitano quando continui per secoli a combinare matrimoni fra cugini. Insomma, se proprio dovevamo avere un re, sarebbe stato meglio lui che quell'impiastro di Vittorio Emanuele (o quel saltimbanco del figlio).

Fra i due non scorreva buon sangue, né blu né di altro colore, per motivi personali e "storici", ma soprattutto per l'appassionante questione della successione al trono d'Italia, che come saprete non esiste: secondo alcuni Vittorio Emanuele perse il diritto, insieme alla sua discendenza, come conseguenza del matrimonio contratto con una borghese senza il regio assenso paterno, per cui il legittimo erede (al nulla) sarebbe Amedeo. La disfida ebbe il suo momento più alto durante il matrimonio del principe Felipe di Spagna (anche lui cugino, ovviamente), quando quel cafone di V.E. lo stese con un pugno in pieno viso, senza apparente motivo. In seguito dichiarò, sempre riferendosi ad Amedeo:
È terzo nella linea di successione. È nessuno. Rappresenta solo sé stesso.
Che pena, sembrano due bambini che litigano per un giocattolo rotto. Che poi Amedeo non è che ci tenesse così tanto a fare il re del nulla, tant'è che nel corso degli anni ha dichiarato più volte cose del tipo:
Chiariamo: il capo della Casa è mio cugino Vittorio Emanuele e dopo di lui, l'erede è suo figlio Emanuele Filiberto.
Al cognome Savoia invece ci teneva, ma anche qui V.E. cercò di rompere i coglioni e così denunciò lui e il figlio Aimone (cazzo, ma Aimone è uguale allo zar Nicola... infatti erano cugini). Mi sono sempre chiesto cosa i sanguebblù scrivessero nella casella "cognome" sui documenti: ora lo so.

Forse a nessuno frega un cazzo che...
Era appassionato di botanica, in particolare di piante succulente, che scopro ora essere il nome proprio delle piante grasse. Wikipendiando a vanvera fra la nobiltà ho scoperto anche che esiste nella nostra lingua il termine arcavolo, sinonimo di trisavolo, volevo che lo sapeste anche voi.

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Morirono così