IL MORTO DEL MESE

mercoledì 24 febbraio 2021

Lawrence Ferlinghetti (1919-2021)

FRISCO, CALIF. - Schiatta poco prima di spengere le 102 candeline Lawrence Ferlinghetti, poeta beat che non si considerava un poeta beat. Le sue poesie, in effetti, avevano un che di Whitmaniano, di più "classico", insomma, rispetto a quelle dei colleghi, anche se non disdegnava una spazialità più moderna. Che poi... dire poesia beat vuol dire tutto e vuol dire niente, ma comunque è inutile che stia qui a dirvelo, tanto che cazzo dovete capire di poesia?

La sua raccolta A Coney Island of the Mind, pubblicata nel 1958, (ce n'è anche una versione audio con musiche e tutto) è ormai considerata parte del canone letterario americano e Ferlinghetti ha sempre continuato a rimanere lucido e a scrivere (qui la lettura di una sua poesia degli ultimi tempi dedicata al presidente clown), nonché a dipingere (altra sua attività secolare). La carriera di Lawrence Ferlinghetti, però, non si limita a quella di un poeta (e pittore) qualsiasi: oltre a scrivere, infatti, lui pubblicava anche. Dalla sua libreria/casa editrice di San Francisco, la City Lights, ha fatto uscire il fior fiore della letteratura mondiale sin dai primi anni '50 e forse, ma non ne sono sicuro, avrete sentito parlare delle vicende legali relative a Howl di Ginsberg, libro la cui pubblicazione costò a Lawrence (e prima di lui al commesso della City Lights!) un arresto per oscenità, però, però... poi arrivò il Primo Emendamento e gli parò il culo. Grazie, Primo Emendamento! Vabbé, fa' buon viaggio, Lawrence, il mondo sarà un posto un po' meno meraviglioso senza di te.

Forse a nessuno frega un cazzo che... Lawrence Ferlinghetti si sentiva molto vicino all'Italia (suo padre era italiano) e ha pubblicato anche poesie in italiano, tipo questa.

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Morirono così