IL MORTO DEL MESE

mercoledì 22 luglio 2015

Alcides Ghiggia (1926-2015)

LAS PIEDRAS, URAGAY -
Solo tre persone sono riuscite a zittire il Maracanã: Frank Sinatra, papa Giovanni Paolo II e io.
Eeeeeeh, che sborone! È passato a miglior vita Alcides Ghiggia, calciatore uragheyano che fu il protagonista, segnando il decisivo gol del 2 a 1 (2:12), della clamorosa vittoria della Nazionale Urugayana nella finale di Coppa del Mondo del 1950 contro il Brasile, in casa di quest'ultimo. L'inaspettata disfatta passò alla storia con il nome di Maracanazo, dal nome dello stadio teatro dello scontro, il Maracanã (analogamente, l'ancora più umiliante sconfitta inflitta dai tedeschi nell'ultimo mondiale, sette pere, viene ricordata come Mineirazo, dallo stadio Mineirão). Con un solo gol Ghiggia uccise un sacco di persone: furono certificate 56 morti per infarto e 34 suicidi (almeno questi i dati ufficiali, le leggende parlano di gente che si buttò direttamente dagli spalti a fine partita); fu anche aggredito e dovette tornare in patria in stampelle.

In seguito fu acquistato dalla Roma, della quale fu anche capitano (finché non perse la fascia dopo che lo beccarono in camporella a scopare con una quattordicenne, che rimase poi incinta) e poi nel Milan; naturalizzato italiano (anche se in realtà era di origini svizzere), giocò anche nella nostra Nazionale, contribuendo all'unico caso di non-qualificazione-ai-mondiali nella storia degli Azzurri, quella di Svezia '58.

Al momento del trapasso Ghiggia era l'ultimo sopravvissuto del Maracanazo; era inoltre il campione del mondo più anziano ancora in vita. Invece che morire il giorno del suo compleanno, come va di moda, Ghiggia è spirato proprio il 16 luglio, ovvero il sessantacinquesimo anniversario del Maracanazo.

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Morirono così