SLO, CALIFORNIA, USA - È tornato cenere (e quindi supponiamo verrà messo in un posacenere, ah ah ah...) Eric Lawson, uno dei tanti cowboy che facevano da testimonial alle Marlboro, l'equivalente di Joe Camel o Babbo Natale; insomma, un Marlboro Man (non credo c'entri niente con Don Johnson in Harley Davidson & Marlboro Man). Inizialmente le Marlboro (scopro ora che il nome viene dalla via in cui era ubicata la prima fabbrica Philip Morris, Great Marlborough Street a Londra) erano le sigarette col filtro destinate al mercato femminile (avevano addirittura il filtro rosso per nascondere le macchie di rossetto); dopo una trentina d'anni, in seguito alla pubblicazione dei primi studi clinici che mettevano in relazione il fumo e i tumori, facendo passare l'idea che le sigarette col filtro facessero meno male riposizionarono il prodotto nel mercato "maschile", e per convincere gli uomini a fumare sigarette "da donne" idearono una campagna pubblicitaria tesa a dimostrare che le Marlboro erano sigarette "da veri uomini". Inizialmente i testimonial dovevano incarnare diversi stereotipi di macho americano come marinai, cowboy, soldati, muratori (praticamente i Village People), ma il primo tentativo (il cowboy) andò così bene che rimase quello. Il successo fu tale che le sigarette Marlboro, che prima non si cacava nessuno (manco le donne), divennero in breve tempo le più vendute del mondo. Potere del marketing.
Eric Lawson era uno di questi eroi del tabacco, un vero Marlboro Man, e come tutti i Marlboro Man che si rispettino è morto di cancro ai polmoni. Fuma fu'.
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