IL MORTO DEL MESE

martedì 7 febbraio 2012

Wislawa Szymborska (1923-2012)

CRACOVIA, POLONIA -
(...)
Non c’è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.

La morte
è sempre in ritardo di quell’attimo.

Invano scuote la maniglia
d’una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto.
(da Sulla morte, senza esagerare)
Non so se avete letto l'articolo de Il Fatto Quotidiano, alla fine il nostro intervistatore chiede:
Visto il periodo in cui sta morendo un sacco di gente, da Wyslawa Szymborska a James Etta passando per Carlo Fruttero, fate gli straordinari?
La risposta sarebbe dovuta essere "E chi cavolo è Wyslawa Szymborska?". Bene, eccoci qua, ovviamente non avevamo mai sentito parlare di questa poetessa polacca premio Nobel nel 1996, d'altronde non sappiamo i nostri, volete che conosciamo quelli polacchi? Noi al massimo conosciamo i poeti maledetti pugliesi. Pazienza, adesso sappiamo chi è era, in fondo anche a questo serve la morte. Ho letto qualche sua composizione e non sono male, per cui piuttosto che spiattellarvi dettagli biografici ricopiati da Wikipedia preferiamo copincollarvi una poesia a tema:
Il gatto in un appartamento vuoto

Morire – questo a un gatto non si fa.
Perché cosa può fare il gatto in un appartamento vuoto?
Arrampicarsi sulle pareti.
Strofinarsi tra i mobili.
Qui niente sembra cambiato,
eppure tutto è mutato.
Niente sembra spostato,
eppure tutto è fuori posto.
E la sera la lampada non brilla più.
Si sentono passi sulle scale,
ma non sono quelli.
Anche la mano che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima.
Qualcosa qui non comincia
alla sua solita ora.
Qualcosa qui non accade
come dovrebbe.
Qui c’era qualcuno, c’era,
e poi d’un tratto è scomparso,
e si ostina a non esserci.
In ogni armadio si è guardato.
Sui ripiani è corso.
Sotto il tappeto si è controllato.
Si è perfino infranto il divieto
di sparpagliare le carte.
Cos’altro si può fare.
Aspettare e dormire.
Che provi solo a tornare,
che si faccia vedere.
Imparerà allora che con un gatto così non si fa.
Gli si andrà incontro come se proprio non se ne avesse voglia,
pian pianino,
su zampe molto offese.
E all’inizio niente salti né squittii.
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Morirono così