CLINICA DEL SUICIDIO, ZURIGO, SVIZZERA - Non voglio funerali, per carità, tutte quelle inutili commemorazioni. Necrologi manco a parlarne.Eh no, bello mio, tu puoi decidere se vivere o morire, ma se scriverti o meno il necrologio lo decidiamo noi! Dopo Aldo Natoli ci lascia un altro dei fondatori del quotidiano Il Manifesto, Lucio Magri. Rivoluzionario da salotto, come usò definirlo la sua ex amante Marta Marzotto, è stato nel PCI, poi è stato radiato e ha fondato il PdUP per il comunismo, poi è rientrato nel PCI, poi nel PDS, poi in Rifondazione, poi nell'MCU e poi... basta, si rifiutò di entrare nei DS (come dargli torto) e decise ti tornare a scrivere per il giornale da lui fondato. Ieri, dopo anni di lucida depressione seguita alla morte della moglie e al fallimento del progetto politico al quale aveva lavorato tutta una vita (chissà che allegria constatare che ora la sinistra italiana è composta di due partiti di destra), ha deciso di farla finita: ha organizzato di persona le proprie esequie, poi è partito alla volta della Svizzera, uno dei pochi paesi al mondo (fra i quali c'è addirittura la Colombia) a permettere il suicido assistito, e si è fatto ammazzare. Nessuna "malattia", nessun male incurabile, nessuna menomazione fisica o mentale, ha scelto di morire e basta, con dignità e freddezza, senza lasciare in casa cadaveri penzolanti come sorpresa per i parenti. La vita è un diritto e non un dovere, è nostra e non di Dio o dello Stato, è giusto poter decidere come e quando mettere la parola "fine" alla nostra avventura in questa valle di lacrime. Ehm, scusate il pippone, mi ero dimenticato per un attimo che siamo su iMdM. Per sdrammatizzare, ascoltiamo questa simpatica barzelletta sui comunisti. link |
mercoledì 30 novembre 2011
Lucio Magri (1932-2011) |