IL MORTO DEL MESE

martedì 1 giugno 2010

Peter Orlovsky (1933–2010)

WILLISTON, VERMONT - E' morto Peter Orlovsky, leggendario personaggio della cricca della beat generation, vedovo di Allen Ginsberg (che è ovviamente il tizio con cui si scambia la saliva in foto), sua musa (suo muso?) ed al tempo stesso poeta.

Era un poeta particolare, Orlovsky: non conosceva lo spelling, o forse semplicemente se ne sbatteva... comunque le sue poesie erano piene di strafalcioni. Vi basti leggere il titolo e qualche strofa della sua:
FRIST POEM

A rainbow comes pouring into my window, I am electrified.
Songs burst from my breast, all my crying stops, mistory fills
the air.
I look for my shues under my bed.
A fat colored woman becomes my mother.
I have no false teeth yet. Suddenly ten children sit on my lap.
I grow a beard in one day.
I drink a hole bottle of wine with my eyes shut.
I draw on paper and I feel I am two again. I want everybody to
talk to me.
I empty the garbage on the tabol.
La coppietta scrisse anche una memorabile lettera a Chaplin negli anni in cui al noto regista fu vietato tornare negli States, lettera che, se masticate l'inglese, vi consigliamo di leggere per intero.

Se invece l'inglese non doveste capirlo, leggetevi, che so, Carducci.

link

Morirono così