IL MORTO DEL MESE

martedì 22 novembre 2022

Roberto Maroni (1955-2022)

LOZZA, VARESOTTO, PADANIA -
La scarico illegalmente, è ovvio. Non sono mica come Bono degli U2 che fa grandi proclami per la pace nel mondo e contro lo strapotere delle multinazionali e poi si compra le azioni di Microsoft o di Forbes, così diventa ricco. Io sono per la libera scaricabilità della musica.
Ma infatti, bisogna fare come il nostro Bobo Vox, i soldi meglio investirli in Tanzania, altro che Microsoft e Forbes! Ahimè, i sogni di rock 'n' roll di Roberto Maroni, Bobo per gli amici, s'infrangono contro l'ineluttabilità del fato che l'ha voluto prematuramente cadavere. Per anni ha militato, con il nome d'arte Bob Chestnuts, nei Distretto 51, gruppo soul/blues/jazz/surf/noise/industrial/goa/freejazzpunkinglese nel quale il nostro suonava l'organo Hammond, ma non disdegnava, poliedrico com'era, altri strumenti come il sax (altro che Clinton!), il tamburello, la batteria, il fischietto materano e il theremin teramano (ma non il citofono). Orbene, guardiamoci qualche loro esibizione, tipo questa, questa, questa e, perché no, anche questa con Alberto Fortis (un altro che odiava Roma).

Tempo fa Bobo Vox commissionò alla supercoppia Mogol/Lavezzi nientemeno che l'inno della Lombardia, ma una volta consegnato non lo trovò soddisfacente e lo rimandò indietro, con alcuni consigli diretti ai due su come migliorarlo, forte della sua competenza ed esperienza in campo musicale. Ecco il risultato. Che dire, Mogol non ha ancora perso il tocco, anche se in questo caso non si capisce bene cos'abbia toccato; visto il risultato, probabilmente s'è toccato i Maroni (devo dire però che non riesce a superare, in un'ipotetica gara d'imbarazzo, l'inno delle Marche). Chiudiamo cantando tutti insieme a squarciagola:
Lombardia, Lombardia grande terra mia. Terra piana e montana.
Gente forte che è operosa, generosa senza una bugia
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Morirono così