IL MORTO DEL MESE

martedì 23 agosto 2022

Jerry Allison (1939-2022)

TEXAS, U.S. - Ci pare di aver capito che ad alcuni dei nostri lettori non garba granché la rilevanza che diamo sul nostro umile sito di morti a musicisti, fumettari e wrestler rispetto a calciatori e affini. Beh, a questi non possiamo rispondere che "Ma fatevi nel culo! Mai sbattuto un cazzo di pallone! Se volete un sito in cui si saluta ossequiosamente ogni calciatore e telecronista sportivo che trapassa, fatevelo da voi e non ci scassate la minchia!". Tutti gli altri, ci perdonino lo sfogo e continuino a leggere, poiché oggi ci tocca salutare con tutti gli onori del caso un uomo che chiamare leggenda è riduttivo: Jerry Allison, storico batterista dei Crickets, ovvero la band di Buddy Holly. Oltre ad aver co-scritto assieme a quest'ultimo pezzi mito come That'll be the day (i due lo composero dopo aver visto al cinema Sentieri selvaggi, in cui John Wayne ripete più volte la frase che diventerà il titolo della canzone) e Peggy Sue (Peggy Sue Gerron, cui era dedicata, verrà poi presa in moglie dall'Allison), Jerry verrà per sempre ricordato come uno dei "padri fondatori del batterismo rock 'n' roll", e questo consci del fatto che su molti pezzi non suonava nemmeno la batteria, ma si percuoteva le cosce con le mani (tecnica che, ne siamo certi, ispirò anni dopo Seth Putnam coi suoi Impaled Northern Moonforest). Nel 1958, Allison pubblicò anche un singolo solista, con lo pseudonimo di Ivan, ovvero Real wild child, brano riportato al successo un trentennio più tardi anche da Iggy Pop. Dopo la prematurissima morte di Buddy Holly, Jerry Allison non solo continuò a mantenere in vita i Crickets, ma divenne anche un session man, suonando con Bobby Vee, Everly Brothers, Waylon Jennings, Eddie CochranePaul McCartney, eccetera, eccetera. E ora piangiamo,  aspettiamo, speriamo...

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Morirono così