IL MORTO DEL MESE

domenica 7 agosto 2022

Bill Russell (1934-2022)

MERCER ISLAND, WASHINGTON -
It stood out, a wall which understanding cannot penetrate. You are a Negro. You are less. It covered every area. A living, smarting, hurting, smelling, greasy substance which covered you. A morass to fight from.
Sì, lo so: è passato già qualche giorno e ancora non abbiamo parlato di Bill Russell, leggenda del basket spentosi all'età di ottantotto anni (ma che volete? Stava da scrivere il necrologio dell'Hulk brasiliano!). La carriera di Bill Russell è indissolubilmente legata ai Boston Celtics, squadra in cui ha ricoperto il ruolo di pivot e capitano dal 1956 al 1969, un periodo che viene unanimamente riconosciuto come l'era dynasty del team, nel quale vinsero tutto e anche di più. Oltre a essere una vera e propria icona della pallacanestro (tuttora suoi sono i record di partite giocate alle finali, di rimbalzi totali ai playoff e alle finali e del maggior numero di campionati vinti in una lega nordamericana), Russell è stato anche esponente di spicco delle lotte per i diritti dei neri, partecipando ai movimenti del Black Power e fu tra gli organizzatori del boicottaggio dei Celtics del 1961. Sebbene, si sa, le lotte fatte allora non hanno ancora risolto granché (qualche anno più tardi, quando fu promosso allenatore - il primo allenatore nero dell'NBA, tra l'altro - alcuni stronzi gli entrarono in casa distruggendogli i trofei e cacandogli nei letti), rimane comunque una figura di riferimento fosse solo per tutte le sbatte che si è preso per i suoi fratelli neri in un periodo in cui agire non era tutto rose e fiori. Vabbé, che pure oggi... basta che qualcuno si inginocchia e tutti a dire "ma che mi significa?", ma sto divagando. Ora va' e riposa, Bill Russell: che la terra ti sia lieve.

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Morirono così