IL MORTO DEL MESE

venerdì 12 febbraio 2021

Roberto Brivio (1938-2021)

MONZA, ITALIA -
Vorrei tanto suicidarmi
Ad un albero impiccarmi
Di stricnina rimpinzarmi
La carotide tagliarmi
O dal ciel precipitarmi
Vorrei tanto suicidarmi
Dentro il ghiaccio congelarmi
Ma son timido e non oso
E perciò doman mi sposo
L'emozione è quasi egual
Apro quel becco di gas
Mi butto sotto a un tassì
Mi lego al collo un bel sas
Ma son già rassegnato a scampar
Vorrei tanto suicidarmi
E dal mondo congedarmi
Vorrei togliermi la vita
E così farla finita
Non so più che mezzo usar
Forse con l'alta tension
O tra le ruote di un tram
Se fortuna attorno avrò
Suicidarmi alfin potrò
E un cadavere sarò
Cari simpatizzanti della morte: con questi versi vi annunciamo che a riempire una fossa, stavolta, è uno cui quelli come noi possono solo allacciare le scarpe del completo funebre. Roberto Brivio, nel gruppo de I Gufi, era quello noto come "il cantamacabro": nelle sue canzoni si parlava di becchini, sgozzamenti, cimiteri, insomma, si trattava qualsiasi cosa inerente al coinvolgente tema del trapasso con ironia (denotando un notevole cattivo gusto, non si scherza sulla morte, VERGOGNIA!).

Gufi a parte, Brivio è stato un attore, cabarettista, scrittore, regista, cultore del dialetto milanese, continuando a fare spettacolo e a pubblicare noncurante della vecchiezza incalzante (l'ultima raccolta, "Canzoni in remoto", poco prima di Natale). Dopo 82 anni di vita, anche se non è riuscito a realizzare il suo sogno di togliersi la vita, grazie al Covid sarà finalmente accolto in un nuovo domicilio confortevole, tranquillissimo, curatissimo.

Cos'altro possiamo dire, di uno che ha musicato le sue ultime volontà cinquantacinque anni prima di schiattare?
Non voglio parenti ed amici
Non voglio corone di fiori
Nessuno per me s'addolori
Ma voglio soltanto un codazzo di tram
E, cosa stupefacente, l'hanno fatto davvero.

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Morirono così