IL MORTO DEL MESE

mercoledì 8 marzo 2017

Giorgio Rosa (1925-2017)

BOLOGNA, ARROGANTE E PAPALE, ITALIA -
Mi ritrovai decine di pilotine di capitaneria e carabinieri attorno alla piattaforma. Una situazione surreale dettata evidentemente dalla paura della libertà che avevo conquistato.
Ci ha infine lasciato Giorgio Rosa, l'ormai mitico ingegnere bolognese che nel '68 al largo di Rimini creò l'Isola delle Rose, un microstato (mai riconosciuto da nessuno) su una piattaforma di 400mq costruita da lui stesso al largo di Rimini, ad appena 500 metri dalle acque "italiane". Rosa battezzò il neonato staterello Esperanta Respubliko de la Insulo de la Rozoj, ovvero Repubblica Esperantista dell'Isola delle Rose in Esperanto, ch'era la lingua ufficiale (si fa per dire, sicuramente nessuna la conosceva per davvero); aveva inoltre una sua bandiera, una moneta (i Mills), un governo, un inno nazionale, dei francobolli, etc. Sull'argomento si trova ormai un sacco di roba, per maggiori informazioni ci sono documentari, interviste, servizi del tiggì e persino un un libro di Veltroni.

Spacciata dal suo creatore come un'oasi di libertà, venne considerata da chiunque altro un mezzuccio per eludere le leggi italiane e quindi evadere il fisco/costruire un casinò/installare radio o tv pirata/creare case chiuse/creare un avamposto per un qualche paese sovietico/cani che si accoppiano con gatti/lotte fra scimmie/etc. Contro l'isola s'erano schierati praticamente tutti i partiti, dal PCI al MSI, passando ovviamente dalla DC, così a soli 55 giorni dalla dichiarazione d'indipendenza le forze dell'ordine sequestrarono la piattaforma e la sgomberarono di cose e persone; neanche un anno dopo, nonostante tutti gli sforzi dell'ingegner Rosa e le proteste degli esercenti della Riviera (era, e lo sarebbe stato anche oggi, una notevole attrazione turistica), l'Isole delle Rose fu infine fatta saltare in aria (era stata costruita talmente bene che ci misero circa un mese a completare la demolizione, e qualcosa come 1100 kg di tritolo). Niente da fare, per demolire una villetta abusiva lo Stato ci mette un'eternità, ma quando si tratta di fare delle cazzate riscoprono sempre celerità ed efficienza. E RENZIEEEE KE FA??!!1?

Dopo la demolizione, l'isola fu presto dimenticata, così il suo creatore; solo recentemente, grazie all'internet, la storia è tornata in auge, sottolineandone l'aspetto "utopico", mentre qualcuno considera Rosa soltanto un fascista che voleva procurarsi un paradiso fiscale (Rosa da giovane s'era arruolato nella RSI).

Fascismo, utopia, anarchia, chi se ne fotte. Giorgio Rosa era cazzuto come solo quelli che si laureano in Ingegneria a Bologna possono essere, fece da solo qualcosa di grandioso, trainato da un misto di genio, ingenuità e follia, affrontando poi tutto e tutti, e merita il nostro perpetuo e incondizionato rispetto (non per niente, tempo fa facemmo dell'Isola delle Rose il nostro ideale quartier generale).

Addio Giorgio Rosa. Hostium rabies diruit opus non ideam.
C’è una domanda che mi faccio spesso: perché sono nato? E cosa lascerò dopo? Tra duecento anni non ci sarà più nessuna traccia di nulla, mi va giusto bene che ho la tomba di famiglia alla Certosa, altrimenti neanche quella ci sarà.
link

Morirono così