TORONTO, CANADA -
My early musical inspirations came from classical music especially Beethoven, Tchaikovsky and Prokofiev, the power of The Who, the inter-stellar fables of Hawkwind, the distinctly Kraut-rock riffing of Neu, Michael Rother, Ash Ra Tempel, Amon Düül, and Kraftwerk, the drum-machine innovations of Arthur Brown’s Kingdom Come and Silver Apples, the indescribably hypnotic music of Louis Thomas Hardin also known as Moondog, the oblique musical strategies of Brian Eno, and the very first dominant and melodic use of synthesizer on a commercial record anywhere on the planet by Toronto’s own Syrinx.
Che palle! E' schiattato l'unico Slash che valga la pena ricordare. Ma cazzo! Non poteva crepare l'altro? Questo Slash qua, a differenza dello Slash più famoso, non era un poser/truzzo del cazzo, ma un talentuoso autore, polistrumentista (suonava violino, mandolino, tastiera, armonica e metallofono) e cantante canadese che per quasi quarant'anni ha prodotto la sua musica come la voleva lui, senza mai scendere a compromessi. E' stato tra i primi in patria ad utilizzare batterie elettroniche e, in puro spirito DIY, ha pubblicato tutti i suoi ellepì con la sua etichetta personale, la Cut-Throat (tra i suoi album, ricordiamo Decomposing, noto per il suo essere ascoltabile a qualsiasi velocità). Ma la cosa per cui sarà ricordato principalmente sono le sue bende: le indossò per la prima volta durante un concerto nel 1979 per consapevolizzare il pubblico alla causa anti-nuculare e da allora non ne fece più a meno. Pur essendo canadese, non si faceva scrupoli a fingersi statunitense quando pubblicò la cover di We're an american band (il gioco di parole non ve lo spiegheremo) di Grandfunkiana memoria. Il mai troppo osannato Gary Numan, suo grandissimo amico, lo ricorda oggi così:
Just heard that Nash The Slash has died. Nash was quite possibly the most unique performer on the planet. Very sad news.
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