SOLNA, STOCCOLMA, SVEZIA -Sugar SugarmanChissà quali motivi hanno spinto il regista svedese (di padre algerino, da qui il nome poco nordico e poco pronunciabile) Malik Bendjelloul a togliersi la vita. Eppure solo l'anno scorso aveva vinto un Oscar per la sua opera ultima, Searching for Sugar Man, documentario biografico che narrava le peripezie di due tizi sudafricani alla ricerca di tal Sixto "Sugar Man" Rodriguez, cantautore americano (e, in seguito allo scarso successo in patria, muratore) sconosciuto ovunque ma famosissimo, a sua insaputa, in Sud Africa, dove era una vera e propria leggenda; di lui non si sapeva una mazza e girava la voce che fosse morto suicida. Solo nel 1997 i due tizi sopracitati scoprirono la sua esistenza, e il Rodriguez andò l'anno successivo in tournée a fare finalmente qualche quattrino (come narrato nell'altro documentario Dead Men Don't Tour). Dopo il recente successo di Searching for Sugar Man c'è stato un altro revival, questa volta di scala mondiale; anche in Italia ormai tutti lo ascoltano, almeno a giudicare dal mio facebook. Bendjelloul venne a conoscenza della storia mentre si trovava in Sud Africa e decise di farci un corto, poi un film; ci mise ben quattro anni per realizzarlo, usando persino l'iPhone per girare le scene finali una volta che gli erano finiti i danari, ma tutti i suoi sacrifici furono infine premiati, e di brutto: oltre al succitato Oscar, ha vinto un BAFTA, un DGA, un WGA, un PGA, un KKK, una Medaglia per la trasformazione delle terre non nere della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa e persino un Guldbagge (questo non me lo sono inventato). link |
venerdì 23 maggio 2014
Malik Bendjelloul (1977-2014) |