IL MORTO DEL MESE

mercoledì 10 luglio 2013

Kimberly McCarthy (1961-2013)

HUNTSVILLE, COME AL SOLITO, TEXAS, USA - È vero, è un po' che trascuriamo la fantastica rubrica dei condannati a morte, ma ultimamente i candidati erano un po' fiacchi e li abbiamo lasciati passare senza dare loro degno commento. Stavolta è diverso, perché a morire per mano dello Stato, nonostante le rimostranze degli abolizionisti, è una donna, Kimberly McCarthy. Eh sì, esatto, si tratta dell'ennesimo caso di femminicidio! Quand'è che la gente imparerà che le femmine non si ammazzano, eh? Eh? Quando?

Se non ora, quando?
Kimberly McCarthy, che aveva alle spalle diversi arresti per truffa, spaccio e prostituzione, oltre a essere dipendente dal crack, il 21 luglio 1997 andò a bussare alla sua vicina, una 71enne professoressa in pensione, per chiederle dello zucchero. Classico favore da vicini di casa, insomma. Una volta entrata nella casa della vecchia, McCarthy la pugnalò cinque volte con un coltello da macellaio, la colpì più volte con un candelabro e poi le tagliò un dito per prenderle l'anello nuziale con diamante annesso; quindi le rubò l'auto e andò subito al banco dei pegni per tramutare l'anello in soldi e quindi in droga. Gli sbirri non fecero molta fatica ad arrestarla: la McCarthy, che in passato deve aver lavorato come Genio della Lampada, aveva conservato in casa sua l'arma del delitto, si era portata appresso la patente della vittima e inoltre aveva utilizzato la sua carta di credito per comprare alcolici. Inoltre, durante il processo venne fuori che aveva ucciso e rapinato altre due vecchiacce (una pugnalata e poi presa a martellate, l'altra pugnalata e poi finita a colpi di batticarne), che poco aggiungevano alla scontata condanna a morte.

500! 500! 500! 500!
Prima di sedere sul lettino, Kimberly McCarthy ha spiccicato le seguenti parole:
This is not a loss. This is a win. You know where I'm going. I'm going home to be with Jesus. Keep the faith. I love you all.
Certo, come no! Gesù è lì su una nuvoletta che ti aspetta, affrettati. Dulcis in fundo, poco prima di esalare l'ultimo respiro ha tenuto a informare il pubblico che
God is great
Appena è spirata, i presenti hanno subito tirato fuori cappellini, palloncini, coriandoli e lingue di Menelik per festeggiare la 500esima esecuzione in Texas dal 1976, quando fu reintrodotta la pena di morte.

L'ultimo pasto
Texas. Sapete questo che significa. Già, niente "ultimo pasto", in questo Stato maledetto i condannati mangiano quello che passa il carcere a tutti gli altri prigionieri. Il triste menu quel giorno prevedeva bistecca al pepe, purè di patate, verdure miste e torta al cioccolato.

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Morirono così