VERBANIA, ITALIA -
Un giorno mia zia mi chiese di andare a pagare una bolletta alle poste. Io andai. Ma l’impiegato era lento e detti un pugno sul bancone. Nel movimento si vide la finta pistola che portavo sotto la cintura. L’impiegato credette che fosse una rapina e mi consegnò i soldi. Io pensai: “È così facile?”. E me ne andai col bottino.
Così Luciano Lutring ha iniziato la sua carriera di rapinatore, o almeno questo è quello che racconta lui, Lutring, il ladro gentiluomo, l'incorreggibile Lutring, l'inafferrabile Lutring, ineguagliabile sempre all'avventura tu vai (sei furbo Lutring!). Eh già, bei tempi quelli: niente intercettazioni telefoniche, niente telecamere, niente facebook, niente DNA, niente foto satellitari... aveva senso fare il latitante, potevi davvero farla franca; ora per sfuggire alla cattura ti devi nascondere sottoterra per sempre, non importa quanto sei mafioso (prendete a esempio il boss Pesce, che si è appena costituito perché "stanco di fuggire", ma quando mai?). Così è stato per Lutring, soprannominato Il solista del mitra per la sua abitudine di nascondere le armi in una custodia per violini: una latitanza fatta di un sacco di soldi, popolarità, donne veloci e macchine bone. Negli anni '60 portò a compimento un macello di rapine fra Italia e Francia, guadagnandosi in entrambi i Paesi la fama di "nemico pubblico numero uno" (eh la madonna, che esagerazione), finché non fu beccato dagli sbirri francesi e sbattuto in carcere, dove iniziò a dipingere (non era neanche male) e a scrivere. Fu in seguito graziato dal Presidente Pompidou e nel '77 anche da Leone, così tornò definitivamente in libertà.
Sulla vita e le "opere" di Lutring hanno girato ben due film, che tosto andremo a scaricarci: l'italiano Svegliati e uccidi e il francese Lo zingaro, con Alain Delon nella parte del protagonista.
Se gioielli e denari e tesori non ho
a Lutriiiiiiiing il mio cuore daroooooooò
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