ALBUQUERQUE, NEW MEXICO -Upside, inside out, livin' mi vida loca.Questa, in sintesi, come ben evidenziato dal suo tatuaggio, la vita del qui defunto Johnny Tapia, campione di boxe trovato morto in casa quest'oggi. Dopo ripetuti tentativi di suicidio e varie overdose di cocaina, ce l'ha fatta, infine. Per una volta però, non ce la sentiamo di dare la colpa alle botte che s'è preso durante la sua carriera pugilistica. Johhny infatti ha avuto mazzate ben più gravi dalla vita: il padre fu ammazzato mentre lui era ancora nel grembo della madre e quest'ultima, quando lui aveva otto anni, fu rapita, stuprata, pugnalata (22 colpi, forbici e cacciavite) ed incatenata ad un pick-up. Il piccolo Johnny fu svegliato dalle sue urla, uscì di casa e la vide lì, appesa. Cercò di allertare i nonni, ma non gli credettero. La madre, non si sa come, riuscì a trascinarsi fin sul ciglio della strada, dove fu notata da una volante della polizia. Morì dopo quattro giorni in ospedale. Al ragazzo fu proibito dai nonni di andare a farle visita. E non finisce qui: nel 2007, mentre era ricoverato per una delle sue overdose di cocaina, suo cognato ed il figlio di quest'ultimo si stavano recando a fargli visita quando (sbamm!) si schiantarono con la macchina, perdendo entrambi la vita. Addio, Johnny, speriamo che ora la smetterai di portare sfiga. link |
lunedì 28 maggio 2012
Johnny Tapia (1967-2012) |