IL MORTO DEL MESE

mercoledì 11 aprile 2012

Jack Tramiel (1928-2012)

MONTE SERENO, CALIFORNIA, USA - Un attimo ancora di pazienza, carico il necrologio:

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We need to build computers for the masses, not the classes.
Vola in paradiso (o nel suo equivalente ebraico) Jack Tramiel, storico fondatore della Commodore. Tramiel (vero nome Jacek Trzmiel) fu uno dei 970 sopravvissuti (su oltre 200.000 residenti) fra i deportati della sua città natale, Łódź (pare che ad Auschwitz fu visitato addirittura da Mengele, che lo ritenne idoneo ai campi di lavoro). Nel dopoguerra emigrò negli USA, dove fondò la Commodore Portable Typewriter Co., un negozio situato nel Bronx che vendeva e riparava macchine da scrivere. Tamriel voleva che la sua attività avesse il nome di un grado militare, e siccome Admiral e General era già stati presi optò per Commodore, Commodoro. Man mano che faceva soldi, iniziò a pensare di espandere il suo business: prima importatore e distributore nazionale di macchine da scrivere prodotte in Europa, poi di calcolatrici Everest, poi bla bla bla bla bla, finché non si convinse a investire nel nascente settore dell'home computing, così nacquero uno dopo l'altro il PET, il Vic-20 (spot d'epoca con William Shatner) e naturalmente il Commodore 64, che con 30 milioni di unità vendute è l'aggeggio più diffuso di tutti i tempi. In Italia uscì nel 1983 e costava ben 973.500 lire, che per l'epoca erano un bel po' di soldi.

Certo, va detto che probabilmente Tramiel d'informatica non ha mai capito una mazza, ma è vero che senza le sue intuizioni, la sua spregiudicatezza e il suo senso degli affari (un ebreo con il senso degli affari? Ora le ho viste tutte!) non avremmo mai visto questa schermata, non avremmo mai giocato a, che ne so, Impossibile Mission (Another visitor. Stay a while... stay forever! MWAHAHAHAH), Microprose Soccer, il mitico IK+, Rick Dangerous (ho trovato la versione rifatta in flash, addio), Turrican (uhm... mi ricorda qualcosa), Defender of the Crown, Zak McKracken... basta così, altrimenti mi metto a piangere.

Nonostante il successo di vendite del C64, che aveva nel frattempo sbaragliato a suon di ribassi i numerosi concorrenti (all'epoca ce ne erano un sacco, c'era il Colecovision, l'Intellivision, il Vectrex, lo Spectrum e soprattutto i vari Atari), nel 1983 l'azienda entrò in crisi, vittima sia della famigerata crisi dell'83 che della sua stessa strategia di vendita, così Tramiel l'anno successivo fu cacciato dalla sua stessa azienda (cose che succedono solo negli USA). Lui, però, non si perse d'animo: fondò una nuova società e acquistò con capitali personali l'Atari, che proprio a causa sua stava per fallire, con l'intento per niente mascherato di farne "la nuova Commodore". Beh, la storia ormai la sappiamo: dopo essersi fatto scippare dalla sua stessa ex-azienda l'Amiga (progetto che inizialmente era stato finanziato da Atari), lanciò il modello ST, che nonostante il discreto successo non riuscì (figuriamoci) a star dietro al suo diretto concorrente, che era ovviamente l'Amiga 500. In seguito Tamriel Tramiel cercò di ritagliarsi in tutti i modi qualche fetta di mercato: ci provò con il Lynx (portatile un cazzo, era lungo un metro!) e infine con il Jaguar, uno dei più grandi flop della storia. Tramiel fu quindi costretto nel '96 a vendere la società alla JT Storage Inc., che licenziò tutti i dipendenti Atari prima di venderne il marchio alla Hasbro per poi fallire a sua volta nel 1998.

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Morirono così