NEPHI, UTAH, USA - In questi giorni assistiamo ad un gran parlare della morte di Whitney Houston, tutti che vogliono sapere come è morta, che farmaci ha preso, a che temperatura era l'acqua della vasca in cui è annegata. Nessuno che si preoccupa della scomparsa di Roger Boisjoly, esperto di ingegneria meccanica, meccanica dei fluidi ed aerodinamica. Nel 1980 Roger si trasferì nello Utah, a detta sua, per approfondire il rapporto con la religione dei mormoni e per lavorare per la Morton Thiokol, la società che aveva in appalto la costruzione del Solid Rocket Booster per il programma Space Shuttle. Dopo aver supervisionato le prove di lancio per la missione dello shuttle Challenger, il defunto fu uno dei pochi a cercare di avvertire lo stato maggiore della NASA del disastro che sarebbe quasi certamente avvenuto se il lancio fosse stato effettuato senza provvedere alle necessarie modifiche ai sistemi di sicurezza. Da quanto mi è parso di capire, avevano scordato di montare il pezzo che il caro Roger osserva corrucciato nella foto. I grandi capi della Morton Thiokol non attribuirono il giusto peso alle sue ricerche, comunicando alla NASA i risultati degli studi di Roger ma definendoli inconcludenti. Come biasimarli, dopo tutto chi crederebbe mai alle parole di un mormone? Il risultato lo conosciamo tutti: il 28 gennaio 1986, alle ore 11:39 EST, il Challenger esplose in volo dopo soli 73 secondi dal lancio, uccidendo l'intero equipaggio della missione. Alcuni dicono che poco prima dell'esplosione, l'equipaggio abbia tentato di comunicare con Houston. Ma la defunta cantante, allora ventitreenne e totalmente ignorante in campo astrofisico, nulla potè per dare una mano ai poveri piloti dello shuttle. link |
martedì 14 febbraio 2012
Roger Boisjoly (1938-2012) |