IL MORTO DEL MESE

giovedì 22 settembre 2011

Troy Davis (1968-2011)

BUTTS COUNTY, GEORGIA, USA - Non c'è stato niente da fare: nonostante l'intervento di pezzi grossi come Papa B16, Jimmy Carter, Harry Belafonte, Desmond Tutu (chiiiii?), Helen Prejean e Gabriele Paolini, Troy Davis è stato ammazzato lo stesso. Eh vabbè, pazienza. Per noi è solamente un altro condannato a morte: maestro, vai con la base!

Che ha fatto
Troy Davis è stato condannato per aver ammazzato nel 1989 un poliziotto, Mark MacPhail, il quale, benché non fosse in servizio, era intervenuto per sedare un alterco fra alcuni teppisti, fra cui l'allora ventunenne Davis, e un barbone. Se si fosse fatto i cazzi suoi, non si sarebbe beccato un colpo in faccia e uno al cuore. Secondo i testimoni a sparare era stato proprio Davis, circostanza confermata dall'esame balistico, secondo cui i proiettili ritrovati sul luogo del delitto erano dello stesso tipo di quelli rinvenuti sul luogo di un'altra sparatoria alla quale Davis aveva partecipato. Processo, condanna, sedia elettrica.

Le ultime parole
Troy Davis si è sempre proclamato innocente e vittima di errori giudiziari misti a razzismo; e così, dopo aver passato metà della sua vita in carcere in attesa dell'esecuzione tra rinvii, richieste di clemenza e nuovi processi, habeas corpus e altre storie, alla fine l'hanno ammazzato. Prima che questo avvenisse, Davis ha detto:
I'd like to address the MacPhail family. Let you know, despite the situation you are in, I'm not the one who personally killed your son, your father, your brother. I am innocent. The incident that happened that night is not my fault. I did not have a gun. All I can ask ... is that you look deeper into this case so that you really can finally see the truth. I ask my family and friends to continue to fight this fight. For those about to take my life, God have mercy on your souls. And may God bless your souls.
Cotto e mangiato
Troy Davis ha rifiutato il privilegio di scegliere il suo ultimo pasto (capirai che privilegio, la maggior parte dei condannati ordina pollo fritto o hamburger), per cui gli è stato fornito quello standard della prigione: cheeseburger gligliato, patate al forno, fagioli tostati, insalata, biscotti e succo d'uva.

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Morirono così