Giovanni Passannante (1849-1910) Con la berretta del cuoco faremo una bandiera!-ultimo verso dell'Ode a Passannante, poesia perduta di Giovanni Pascoli Non c'è maniera migliore, per festeggiare la festa dei commercianti sfrutta-amore, che commemorare il trapasso, avvenuto ormai 101 anni or sono, di Giovanni Passannate, anarchico individualista italiano che di mestiere faceva per l'appunto il cuoco, noto per aver attentato alla vita del "re buono" Umberto I di Savoia. Purtroppo il re non morì (qualche anno più tardi Gaetano Bresci riuscì nell'impresa, ma stiamo divagando). Passannante fu arrestato ed incarcerato nella Torre del Martello, in una cella posta sotto il livello del mare, alta solo un metro e quaranta, nella quale non c'era un cesso e non entrava luce; il secondino aveva avuto ordine assoluto di non rispondere a nessuna richiesta di Passannante il quale, dopo anni ed anni di isolamento fu trasferito nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino. Passannante è rimasto seppellito vivo, nella più completa oscurità, in una fetida cella situata al di sotto del livello dell'acqua, e lì, sotto l'azione combinata dell'umidità e delle tenebre, il suo corpo perdette tutti i peli, si scolorì e gonfiò … il guardiano che lo vigilava a vista aveva avuto l'ordine categorico di non rispondere mai alle sue domande, fossero state anche le più indispensabili e pressanti. Il signor Bertani … poté scorgere quest'uomo, esile, ridotto pelle e ossa, gonfio, scolorito come la creta, costretto immobile sopra un lurido giaciglio, che emetteva rantoli e sollevava con le mani una grossa catena di 18 chili che non poteva più oltre sopportare a causa della debolezza estrema dei suoi reni. Il disgraziato emetteva di tanto in tanto un grido lacerante che i marinai dell'isola udivano, e rimanevano inorriditi.-Salvatore Merlino Tutti i suoi familiari, due fratelli, tre sorelle e la madre settantaseienne furono arrestati il giorno dopo l'attentato e condotti nel manicomio criminale di Aversa dove furono internati fino alla morte. Il sindaco del suo paese natale, Salvia di Lucania, fu costretto dal già menzionato "re buono" a cambiarne il nome in Savoia di Lucania. Dopo tutte queste simpatiche premure, non rimaneva al re che una sola cosa: attendere la morte di Passannante. A morte sopraggiunta un messo reale si presentò a prendere ciò che apparteneva al Regno d'Italia: la testa di Passannante. Il cadavere fu decapitato, il cervello asportato e messo sotto formaldeide (o qualunque cacata si utilizasse all'epoca), quindi esposto, insieme al teschio, nel Museo Criminologico dell'Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia di Roma, in modo da mostrare ai visitatori quali sono i tratti fisici caratteristici del criminale (grazie, Lombroso). Ma la nostra triste storia ha un lieto fine, nel 2007 infatti, il cranio ed il cervello di Passannante furono sepolti insieme alle sue ossa. Se anche a voi, come al sottoscritto, vi sono sempre stati sulle palle i Savoia, non resta che una cosa da fare: questa. Vive l'anarchie!!! Ah... e tanti ta-tanti auguri a tutti gli innamorati dallo staff de il Morto del Mese. |
lunedì 14 febbraio 2011
Morì oggi - 14 febbraio |