TOKIO, GIAPPONE - Il giappone è da sempre più avanti del resto del mondo. Così, mentre i sessantottini italiani tenevano assemblee su assemblee su cosa fare e cosa no, il la giovane studente studentessa di farmacia Hiroko Nagata picchiava a morte i suoi compagni appartenenti al movimento di estrema sinistra URA, perché questi erano:
troppo interessati alle donne e non prestavano abbastanza ardore per la rivoluzione poi un altro paio li uccideva semplicemente perché volevano scappare. Tutto questo dopo che sei membri dell'URA erano morti di freddo tra le montagne dove Hiroko e i suoi compagni si nascondevano per sfuggire alla polizia. La fuga tra le montagne e le autoepurazioni non durarono molto e pochi mesi dopo la polizia li arrestò tutti, fatta eccezione per cinque giovani rivoluzionari che, armati fino ai denti, resistettero altri 15 giorni. Dal 1972 in poi Nagata trascorse la sua vita in carcere scrivendo libri, tra una condanna alla pena di morte e la successiva grazia. Nel frattempo iniziò a sentire crescere qualcosa dentro di lui lei. Una nuova consapevolezza? Il rimorso per le persone uccise? Nulla di tutto questo, i medici dissero che era un tumore al cervello ed è così che la bella storia di Nagata oggi trova la sua conclusione.
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