VITERBO, ITALIA - Alfio Pannega era una specie di barbone viterbese, ma non un barbone qualunque, bensì un barbone che scriveva libri di poesie, un uomo che, pur continuando a vivere per strada, meritò dal sindaco della sua cittadina un riconoscimento della sua viterbesità, un uomo che nel giorno in cui la cittadinanza gli volle offrire un targa, la rifiutò dicendo:
Se non me date 'na casetta, 'ndo l'appicco 'sta targa? E' inutile che me date 'sto quadruccio. Io de targa ce l'ho pure un'altra: quella che ho vinto al torneo de briscola. Me piacerebbe parecchio attaccalle tutt'e due vicine, ma me serve 'na casetta. Pure un prefabbricato va bene. Basta che sia in campagna. Vicino a 'sti ragazzi. Perché a loro je vojo bene. La casa non è riuscito ad averla. I ragazzi a cui si riferiva invece erano quelli del centro sociale, che poi sono gli stessi che l'hanno trovato morto.
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