CINECITTA', ROMA, ITALIA - Il duro lavoro di necrologisti ci porta spesso a dover parlare di personaggi a noi sconosciuti e alle volte è difficile trovare le parole giuste per descrivere qualcuno di cui non conoscevi l'esistenza fino a qualche minuto prima. Altre volte muoiono alcuni dei nostri eroi e il miglior necrologio del mondo sembra non rendere giustizia alla grandiosità che possiamo scorgere nella loro vita. Dovrei dire qui di come Petroni sia stato un bravo documentarista, di come abbia diretto simpatiche/spietate commedie con attori del calibro di Massimo Girotti e Tognazzi o di come sia riuscito ad essere un valido autore di libri. Tutto questo sarebbe però un po' forzato e di maniera, perché ciò che ha reso fantastica la vita di noi tutti è stata la visone di alcuni dei suoi capolavori. Da uomo a uomo, con un indimeticabile Lee Van Cleef, Tepepa con la coppia inedita Tomas Millian e Orson Welles (sì, proprio quell'Orson Welles) e il surreale La vita a volte è dura vero provvidenza? ci hanno insegnato a guardare al Far West e comprenderne l'immenso potenziale. Il suo taglio politico, violento, i macchinosi percorsi volti a portarci in situazioni surreali e la piena valorizzazione di un attore come Milian hanno reso lo spaghetti western italiano uno dei periodi più felici della storia del cinema, nonostante la quantità enorme di porcherie prodotte in quel periodo. Kill Bill 1 è abbondantemente ispirato al suo Uomo contro uomo, se questa notizia può spingervi a vederlo. Scusate la prolissità, ma era necessaria, se n'è andato via Giulio Petroni.
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