CUERNAVACA, MESSICO - Eh si, stavolta gli è andata male. Stiamo parlando di Marcos Arturo Beltrán-Leyva, capo del
cartello Beltrán-Leyva, mica cazzi. La sua banda era specializzata in produzione e spaccio di cocaina, marijuana e eroina, traffico di clandestini, rapimenti, riciclaggio, estorsione, assassini su commessa e traffico d'armi. Come tutti i
potenti che si credono impunibili, prima o poi la fai la cazzata: ha organizzato una
faraonica festa di Natale, in una delle sue lussuosissime ville, con
musicisti famosi come
Ramon Ayala e una
ventina di prostitute per intrattenere gli ospiti. La villa è stata circondata dalla marina messicana, quindi è partita la sparatoria, ma il nostro Tony Montana è riuscito a fuggire. Non andrà molto lontano: rifugiatosi in un altro suo appartamento da pappone, viene subito beccato dalla marina e l'edificio viene circondato da uno spiegamento di forze mica da ridere. Pensate, 200
soldati, 2 elicotteri e 2 carrarmati contro 4 persone. E qui veniamo a noi, durante la
sparatoria da film (e speriamo in seguito a un
mexican standoff) viene ammazzato.