IL MORTO DEL MESE

mercoledì 12 febbraio 2014

Freak Antoni (1954-2014)

BOLOGNA, ITALIA -
È ora di finirla con la musica fatta solo da chi sa suonare, è ora di suonare senza sapere suonare, continuando a suonare senza per carità imparare a suonare.
Sbarbi, sono in para dura... mi faccio questo slego per non pensare quanto è pesa la storia della morte di Freak Antoni, uno dei più emeriti cazzoni mai nati in questa nazione (d'altronde, cosa pretendi da un Paese che ha la forma di una scarpa?), una delle persone che meglio rappresentava il sincretismo tra le parole "genio" e "coglione", nonché gran drogatone. Pensare che la prima volta che ebbi a che fare con questo cretino avevo dieci anni, e mi capitò per le mani uno dei tanti suoi libriccini, 6 e non più di 6. Come fare un tema decente e rimediare un voto sufficiente, che non mi è mai stato utile per rimediare un voto sufficiente ma almeno mi permette, oggi, di chiudere un cerchio, visto che dopo vent'anni gli sto scrivendo un necrologio (per niente decente). Alla faccia tua, Freak!

Ce ne sarebbero di cosa da dire sugli Skiantos (forse l'unica band rock italiana degna di essere ricordata): i loro live erano sempre serate in cui lo scambio di insulti tra pubblico e band diventava obbligatorio e non riusciamo nemmeno ad immaginare quanti improperi si sarà beccata la madre in trentacinque anni di onorata carriera. E qui intendo la carriera di Freak, non quella della madre.

Ignoravo che avesse un tumore, ma l'anno scorso s'era capito che stava poco bene, d'altronde non è che sciogli la band e ti metti a collaborare con gente inutile senza un motivo. Un saluto in pompa magna a te, Freak Antoni, grande amante dei gelati ed acerrimo nemico dei fagioli. Largo all'avanguardia!
Mangiate merda: miliardi di mosche non possono avere torto!
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Morirono così