IL MORTO DEL MESE

mercoledì 25 dicembre 2013

Ronnie Biggs (1929-2013)

LONDRA, ANARCHIA NEL REGNO UNITO -
If you want to ask me if I have any regrets about being one of the train robbers, my answer is, "no". I will go further: I am proud to have been one of them. I am equally happy to be described as the "teaboy" or "The Brain". I was there that August night and that is what counts. I am one of the few witnesses, living or dead, to what was the crime of the century.
Non è passato tanto tempo dall'ultima volta in cui abbiamo parlato di Ronnie Biggs, uno dei partecipanti alla Grande Rubberia al Treno del 1963, da poco ritornato alla terra (manco a farla apposta, è spirato poche ore prima della messa in onda programmata della miniserie The Great Train Robbery). Il suo ruolo nella rapina fu molto marginale, per non dire del tutto inesistente: era stato incaricato dal suo amico Bruce Reynolds, che aveva conosciuto in galera, di reclutare qualcuno che sapesse manovrare una locomotiva; lui portò una sua conoscenza, rimasto tuttora senza un volto e un nome, che arrivato il momento di agire si rivelò non all'altezza del compito, tanto che la banda fu costretta a utilizzare il macchinista del treno, che avevano già scartavetrato di mazzate e ammanettato.
Do you know what would keep me in Brazil, no matter what happened? Sex!
Quindi, ricapitolando, Biggs non fece un emerito cazzo per meritare le 147.000 sterline (circa due milioni di sterline attuali) che quella sera si portò a casa, ma nonostante tutto nel tempo è diventato il membro della gang più famoso, complice la sua vita da fuggiasco in giro per il mondo: fu fra i primi ad essere arrestato, ma evase dopo poco tempo dal carcere utilizzando una corda di lenzuoli legati (all'epoca doveva essere un modo originale di fuggire), scappò a Parigi, dove si fece una plastica facciale, poi in Australia e infine in Brasile, dove rimase fino al 2001, anno in cui fece ritorno in patria per farsi finalmente arrestare.

Diventato negli anni una sorta di icona pop (anzi, un'icona punk), lo ricordiamo anche per le sue collaborazioni musicali: prestò la sua bellissima voce per due canzoni dei Sex Pistols, No One Is Innocent e Belsen Was a Gas e per un altro paio dei Die Toten Hosen (la cover di Police on My Back e Carnival in Rio).

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Morirono così