IL MORTO DEL MESE

lunedì 19 novembre 2012

Preston Hughes (1966-2012)

HUNTSVILLE, AGAIN, TEXAS, USA - Ah, Preston Hughes, magari i condannati a morte fossero tutti come te! Vediamo un po' che hai combinato.

A stab in the dark
Siamo nel 1988, ovvero 24 anni fa: per la morte della quindicenne Shandra Charles e del suo cuginetto di tre anni Marcell Taylor, trovati sgozzati in un parco, fu arrestato Preston Hughes III, che abitava nelle vicinanze. A quanto pare la ragazza fu trovata ancora viva, e con le ultime forze riuscì a fare il nome dell'allora ventiduenne Hughes, poco prima di esalare l'ultimo respiro. La genialità di quest'uomo traspare dalle versioni che ha fornito dell'accaduto (le confessioni sono trascritte qui, mentre per i più morbosi qui ci sono un po' di foto di cadaveri):

1) secondo una prima confessione, Hughes camminava di notte per il campo quando qualcuno da dietro gli ha messo una mano sulla spalla; a quel punto, temendo fosse un malintenzionato qualsiasi, sfoderò un coltellaccio e iniziò a menare fendenti alla cieca, uccidendo in questa furia cieca involontariamente la giovane e il bambino.

2) la seconda versione è, se possibile, ancora più incredibile: quella notte la Charles e Hughes s'incontrarono casualmente nel parco; i due si conoscevano, così iniziarono a parlare e la giovine Shandra tentò letteralmente di stuprare il povero Hughes, il quale, chiaramente inorridito dal perverso comportamento della ragazzina, cercava in tutti i modi di farla smettere, finché non si è reso necessario accoltellare lei e il bambino, reo di aver istintivamente cercato di proteggere la cugina.

3) la terza versione è la migliore, possiamo riassumerla così: "non sono stato io, non c'entro niente, i poliziotti sono entrati in casa mia e hanno piazzato delle prove della mia colpevolezza, poi mi hanno picchiato ed estorto le confessioni di cui sopra".

Niente da fare, c'ha provato per più di vent'anni a convincere un qualche giudice della sua innocenza, ma nessuno gli ha creduto (chissà come mai).

Dammi tre parole, sole, cuore e amore
Come era prevedibile, prima di stendersi sul lettino della morte Hughes ha ribadito la sua innocenza, rivolgendosi alla madre e alla sorella presenti in sala:
You know I'm innocent, and I love you both. Please continue to fight for my innocence even though I'm gone.
Poi ha ringraziato tutta una serie di tizi che si erano prodigati invano per dimostrare la sua innocenza e infine
I love all of you. Bye. OK Warden.
Canto pe' magnà
Ahimè, siamo in Texas, e come sempre in questo Stato di bifolchi, nazisti e spilorci i condannati a morte non possono neanche scegliere il pasto speciale, così Hughes s'è dovuto accontentare di una Salisbury steak (se ho ben capito è 'na specie di hamburger), purè di patate con sugo di carne, fagiolini e pane di mais.

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Morirono così