IL MORTO DEL MESE

domenica 17 marzo 2024

Vito Calefati (19XX-2024)

MAUL, PUGLIA -
Sono un cane bastardo che ha perduto la padroncina!
Quali migliori parole per salutare al trapasso uno dei più grandi cantori popolari italiani? Essì, è morto Vito Calefati, cantautore da pianobar di quel di Mola di Bari. Com'è ovvio, siamo arcisicuri che non sappiate chi stracazzo sia: no problem! Siamo qui a posta! Vito Calefati era, come già accennato, un pianolista da pianobar che scriveva canzoni: canzoni semplici, che parlavano d'amore e di malinconia. Insomma, proprio dall'altra parte dello spettro lirico rispetto al collega e concittadino Enzo Del Re col quale, seppur condivideva l'abitudine di passare le giornate in bancarella a vendere le proprie cassette autoprodotte, di sicuro non condivideva l'estremismo artistico/politico. È infatti notoria la rivalità tra i due, con Vito che una volta, volendo organizzare un festival locale, decise di invitare Enzo come special guest e quest'ultimo che rifiutò rispondendo gli "io sono un professionista, non suono coi dilettanti!". La cosa, ovviamente, non andò giù a Calefati, il quale compose un brano dedicato a Del Re dal titolo A Carevaune (carevaune in dialetto molese significa carbone, perché è così che in paese chiamavano quest'ultimo) in cui c'è un verso che fa "ch' 'sta seggie ha rutt' 'u cazz'", ovvero "con questa sedia hai rotto il cazzo": un vero e proprio dissing de paese, altro che le beghe dei rapper! Orsù, ricordiamo dunque Vito Calefati riascoltandoci qualche suo brano, come Giocati la scuola, Avevo paura, ManiacoJacidd' d' 'stu core, Se perdi tanti amori e la sua più grande hit, Tonia alla fiera.

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Morirono così