OSPEDALE SAN RAFFAELE, MILANO -
A Napoli, nel 1976, un leone è scappato dallo zoo del circo ed è entrato sotto il tendone. C'era lo spettacolo per le scuole, con duemila bambini. La gabbia non era montata e ho dovuto buttarmi addosso all'animale. Io con un pugnale, lui con i morsi. L'ho ucciso per salvare i bambini. Ma dopo ho pianto.
Piangiamo la morte di Nando Orfei, uno dei più noti appartenenti alla dinastia di zingari circensi (di etnia sinti, anche se qualcuno sembra dimenticarlo) degli Orfei. Nando aveva iniziato come giocoliere, clown e domatore di belve feroci (tra cui i formichieri), per poi avere un suo spettacolo e diventare un personaggione televisivo amico di tutti. Recentemente si lamentava dello scarso successo che il suo spettacolo stava ottenendo in giro per l'Italia (ci credo, non so a voi ma a me il circo ha sempre fatto cacare), dando la colpa, tra le altre cose, agli animalisti, che fra proteste e altre stronzate lo avevano costretto a ripensare lo show senza animali (a parte dei cani che fanno un numero con i clown e un coniglio adoperato da un illusionista).
Se li tratti bene con gli animali ci parli e loro parlano a te. L'elefante ti tocca il braccio con la proboscide se ha il blocco intestinale e allora prepari un intruglio con due o tre bottiglie di cognac per liberarlo. Ma da anni le proteste degli animalisti stanno ammazzando il circo.
Ammazza, due o tre bottiglie di cognac per far cacare un elefante? Cacate pachidermiche a parte, Orfei ha fatto pure l'attore, anche se per breve tempo: oltre a far sé stesso ne I Clowns, ha partecipato al molto bello L'ingorgo (era l'autista di Mastroianni) ed era il mitico Pataca in Amarcord, lo zio donnaiuolo e fascistone del protagonista.
E come doveva andare. Con le tedesche sono sempre andato tranquillo io! È innamorata cotta! Mi ha dato la prova fondamentale, mi ha concesso l'intimità posteriore.
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