IL MORTO DEL MESE

venerdì 27 aprile 2012

Nicholas King (1933-2012)

SANTA ROSA, CALIFORNIA, USA - Ha steso le zampe Nicholas King, attore e orticoltore americano. Di certo non è noto per i pochi e marginali ruoli che ha avuto nella sua carriera d'interprete cinematografico (la cosa più importante che ha fatto è stata una comparsata non accreditata nel film I giovani leoni), ma per esser stato il salvatore delle famose Watts Towers, nel quartiere di Watts, Los Angeles.

Le torri (la più alta raggiunge i 30 metri) furono realizzate dall'immigrato avellinese Simon Rodia (vero nome Sabato Rodia), che le costruì con calma in una trentina d'anni, dal 1921 al 1954, utilizzando materiali riciclati, monnezza insomma: lattine di birra, cocci di bottiglia, piastrelle rotte e quant'altro. L'opera fu intitolata Nuestro Pueblo e non godeva di buona fama presso il vicinato, per cui fu spesso obiettivo di atti vandalici (i vicini durante la guerra pensavano che le torri fossero delle antenne per comunicare con i giapponesi). Esasperato dalla situazione, Rodia lasciò la città e non fece più ritorno; morì nel 1965. Se v'interessa sapere qualcosa in più sull'argomento vi consigliamo il documentario I build the tower (tra l'altro, Rodia è anche l'unico italiano a comparire sulla copertina di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, è quello dietro Bob Dylan).

Ma Nicholas King? Dopo la fuga di Rodia le torri rimasero abbandonate e rischiavano addirittura l'abbattimento per motivi di sicurezza, così due fan di Rodia decisero di acquistarla: si trattava di Nicolas King (che in seguito chiamerà suo figlio Sam Rodia King) e William Cartwright (di mestiere faceva il montatore, lo ricordiamo per aver lavorato al documentario Maya Lin, se il titolo vi ha fatto ridere allora siete stupidi quanto me), che comprarono tutto l'ambaradan per 3000$, preservandone l'esistenza fino ai giorni nostri; è grazie a loro, quindi, se attualmente le torri sono a tutti gli effetti considerate un'opera d'importanza storica e culturale e sono diventate il simbolo del quartiere.

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Morirono così