CHOWCHILLA, CALIFORNIA, USA - Non lasciatevi ingannare dalle apparenze: la graziosa vecchietta nella foto era in realtà una spietata assassina, un'anziana serial killer di anziani. Ma andiamo per gradi: da giovane Dorothea si dilettava nell'arte della truffa, della frode e della prostituzione (aveva persino aperto un bordello clandestino) e dopo tre mariti e tre divorzi comprò una graziosa casa di 16 stanze a Sacramento e la trasformò in una residenza per anziani. Fu arrestata poco tempo dopo per aver falsificato la firma dei suoi inquilini e incassato tutte le loro pensioni e per averli derubati di tutti i loro averi. Dopo cinque anni di carcere fece amicizia con un altro vecchiaccio, lo ammazzò, lo avvolse in un telo di plastica, lo lasciò sulla riva del fiume Sacramento e continuò a incassare la sua pensione. Poi iniziò ad affittare stanze a prezzi stracciati e ben prestò la sua residenza brulicò di poveracci; poveracci non in quanto anziani o malati o drogati (o, almeno, non solo per quello), ma perché una volta messo piede in quella casa la gentile nonnina rubava loro tutti i soldi e incassava le loro pensioni e se si lamentavano li ammazzava, li avvolgeva in un telo di plastica, li seppelliva in giardino e continuava a incassare lo stesso le loro pensioni: in tutto fece sparire per sempre dalla circolazione 9 sbandati (come lo schizofrenico Alvaro Montoya, che era solito colloquiare in spagnolo con le voci nella sua testa). L'ha fatta franca per tanti anni, nessuno poteva pensare che quella vecchietta coi vestiti a fiori potesse essere responsabile di simili atrocità. Persino quando iniziarono a trovare i corpi sepolti in giardino non sospettarono immediatamente di lei, tanto che riuscì a ingannare gli sbirri che stavano lì a scavare e tiravano fuori un cadavere dopo l'altro dicendo Se non avete bisogno di me, vado a prendermi un caffè qui dietro (sic, ndr)per poi prendere un taxi, andare dall'altra parte della città, bere un paio di cocktail, prendere un autobus per Los Angeles con 3000 dollari in tasca e adescare l'ennesimo nonnetto, il quale, dopo aver passato una splendida e romantica serata con lei, tornato a casa l'ha riconosciuta al telegiornale e ha chiamato la polizia. Lei si è sempre proclamata innocente: Ma no, sono una brava persona, non ho ucciso nessuno… (sic, ndr)diceva che erano tutti morti di "cause naturali" e lei si era limitata a intascare i soldi. Vabbé, l'epilogo è scontato: la vecchina, grazie alla sua garbatezza, riuscì a evitare la pena di morte, ma non il carcere a vita. Durante la prigionia stabilì una corrispondenza epistolare con tale Shane Bugbee, al quale inviò, tra le altre cose, una serie di ricette di cucina che il tizio pubblicò nel fantastico libro Cooking With A Serial Killer. Almeno ora so cosa regalare per la prossima festa della mamma. link |
martedì 29 marzo 2011
Dorothea Puente (1929-2011) |