IL MORTO DEL MESE

venerdì 19 settembre 2025

Fausto Amodei (1934-2025)

TORINO, ITALIA -
Se non li conoscete, guardate il capobanda:
è un boia o un assassino colui che li comanda.
Sull'orbace s'è indossato la camicia e la cravatta
perché resti mascherato tutto il sangue che lo imbratta.
Ha comprato un tricolore e ogni volta lo sbandiera
che si sente un po' l'odore della sua camicia nera,
punta a far l'uomo da bene fino a quando gli conviene.
Se non lo conoscete, conoscevatelo: è purtroppo scomparso il grandissimo Fausto Amodei, fondatore degli altrettanto grandi Cantacronache e mio mito personale. Di questo, ahimè, semisconosciuto gruppo italiano già ne parlammo quando venne a mancare l'altra interprete principale del gruppo, Margot; come all'epoca, v'invito ad ascoltare più canzoni possibili dal loro repertorio (di cui Amodei era il principale autore e interprete): Il Gallo, Il ratto della chitarra, Valzer della credulità, Il trionfo dello zero, Le cose vietate, Ero un consumatore, Il censore, Il tarlo, Cantata della donna nubile, La ruota, etc etc etc.

In particolare, Amodei era noto per la canzone Per i morti di Reggio Emilia, la quale, oltre a diventare di fatto un inno comunista al pari di Bella ciao, è stata reinterpretata da una sacco di gente, fra cui Milva (qui accompagnata da Amodei stesso), gli Stormy Six e i Modena City Ramblers, mentre i CCCP, quand'ancora erano fedeli alla linea, presero il primo verso della canzone per titolare il loro album Compagni, cittadini, fratelli, partigiani. Tra le altre cover segnaliamo La zolfara cantata da Ornella Vanoni e Qualcosa da aspettare rifatta invece da Jannacci. Innamorato di Brassens, com'è evidente, Amodei fece pure un album di cover dello chansonnier francese tradotte in dialetto piemontese, che tosto andiamo a sentirci.

link

Morirono così