IL MORTO DEL MESE

venerdì 23 giugno 2017

Stefano Rodotà (1933-2017)

ROMA, ITALIA -
Un principio inaccettabile per la sinistra è la riduzione della persona a homo oeconomicus, che si accompagna all'idea di mercato naturalizzato: è il mercato che vota, decide, governa le nostre vite. Ne discende lo svuotamento di alcuni diritti fondamentali come istruzione e salute, i quali non possono essere vincolati alle risorse economiche. Allora occorre tornare alle parole della triade rivoluzionaria, eguaglianza, libertà e fraternità, che noi traduciamo in solidarietà: e questa non ha a che fare con i buoni sentimenti ma con una pratica sociale che favorisce i legami tra le persone. Non si tratta di ferri vecchi di una cultura politica defunta, ma di bussole imprescindibili. Alle quali aggiungerei un'altra parola-chiave fondamentale che è dignità.
Già, se n'è andato pure lui, Stefano Rodotà. Davvero un peccato, era un tizio in gamba, come pochi ce ne sono nel sempre più desolante panorama politico italiano; inutile che stia qui a sperticarmi in (necro)elogi o a ricopiare parti da Wikipedia, non è questa la sede (e poi non vorremmo mai essere scambiati per delle zecche, come sapete noi del iMdM siamo da sempre degli anarco-capitalisti convinti).

Fra le altre cose, Rodotà fu uno dei candidati alla Presidenza della Repubblica alle elezioni del 2013, sostenuto dal M5S (arrivò terzo alle ridicole "Quirinarie", ma i primi due eletti, Sbirulino e Freezer, si sfilarono) e da SEL, ma uscì perdente nello scontro con Napolitano, sostenuto da tutti i partiti di destra, dal PD alla Lega. Considerato dai grillini una specie di salvatore della patria, fu poi fanculizzato via blog (contrordine compagni!) dal ciccione genovese per un'intervista dove il giurista aveva giustamente criticato, piuttosto blandamente devo dire, la strategia del partito di Grillo:
Un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo di rifondare la sinistra
Beh, lui di miracolati dalla Rete se ne intende, visti quanti ne ha mandati in Parlamento. E adesso non abbiamo più neanche Rodotà. Poveri noi.

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Morirono così