IL MORTO DEL MESE

mercoledì 1 marzo 2017

Leone di Lernia (1938-2017)

MILANO, DIFENDI MILANO, ITALIA -
I cantanti di Sanremo devono morire!
Oh signur, è morto Leone di Lernia! Beh, considerato tutto quello che diceva di mangiare, è già un miracolo fosse arrivato alla vecchiaia. Difficile che non abbiate mai sentito parlare del panzone tranese emigrato a Milano (pare appositamente per farsi vedere ogni domenica dietro l'inviato di Quelli che il calcio a San Siro), soprattutto ora che siamo in pieno revival di musicademmerdadance anni '90 (una delle cose più brutte che potesse accadere): Leone di Lernia, che in quegli anni raggiunse l'apice del suo successo (ed è tutto dire), prendeva le suddette hit dell'estate e le trasformava in parodie spesso incentrate sul cibo e cantate in un misto di italiano e dialetto, capolavori come Cumbà Giuà, Ho fame, Maccarone, l'immortale Magnando, Ti si mangiate la banana (da non confondere con la quasi omonima cover di Gigione), Luigino, Chille che soffre, Ra-ra-ri, ra-ra, pesce fritto e baccalà, Uè Baccalà e tanti, troppi, altri.

Già, era fuori di testa (per comprenderlo oltre ogni ragionevole dubbio basta vedere un'intervista a caso), altrimenti non si sarebbe mai candidato alle comunali milanesi del 1997 nelle liste di quel fascistone di Giancarlo Cito (a proposito, era uno degli sfigati, insieme a Squitieri, ad aver perso il vitalizio).

Beh, cumbà, salut'm a Sord. Foggia style.

Forse a nessuno frega un cazzo che...
Contrariamente a quanto pensavo, si chiamava davvero Leone Di Lernia (Leonardo, in realtà).

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Morirono così