IL MORTO DEL MESE

martedì 11 febbraio 2014

Shirley Temple (1928-2014)

WOODSIDE, CALIFORNIA - Che colpaccio! Quando inizi a pensare "mah, 'sto febbraio non ci sta regalando morti d'eccezione", ecco che fa capolino il cadavere della piccola Shirley Temple. Forse la foto che abbiamo scelto non è la più azzeccata, visto che era ben più riconoscibile quand'era bionda e boccolosa ed interpretava, in un fottio di film, la parte dell'orfana saputella e scassacazzo.

Ebbe il successo all'età di sei anni con Bright eyes (tradotto per il mercato italiano ne La mascotte dell'aeroporto), film del 1934 che le valse un Oscar giovanile (premio che, pensate, fu creato apposta apposta per lei). In quegli anni (grazie anche alle altre sue innumerevoli performance cinematografiche), la piccola Shirley diventò un vero e proprio simbolo di rigoglio e speranza per gli americani, al punto che l'allora presidente Franklin Delano Roosevelt dichiarò:
As long as our country has Shirley Temple, we will be all right.
Chissà ora che è morta come si sentiranno nella cacca, ma torniamo a noi... sempre in quegli anni, il noto scrittore Graham Greene scrisse una recensione in cui tacciava il pubblico della Temple di pedofilia:
Già due anni fa era un bel bocconcino (la sua infanzia, secondo me, si è conclusa con La piccola ribelle). In Capitan Gennaio indossa i pantaloni con la matura coscienza di una Dietrich: il culetto elegante e già ben sviluppato si dimena nel tip-tap, gli occhi in tralice ti cercano con maliziosa civetteria. Adesso, in Alle Frontiere dell'India, con quel gonnellino corto, è davvero uno schianto! Guardatela mentre corre tra le baracche indiane; ascoltate l'affannoso respiro di eccitazione dei suoi attempati spettatori quando il sergente la solleva in alto; osservate con che disinvoltura professionale squadra un uomo, con fossettine di depravazione. Sentimenti d'amore e di passioni adulte filtrano attraverso la maschera dell'infanzia, un'infanzia che è soltanto un velo. Tutto ciò è molto astuto, ma non può durare. Se i suoi ammiratori – signori di mezza età ed ecclesiastici – soggiacciono alla sua ambigua civetteria e alla vista del suo corpicino ben fatto e desiderabile, che trabocca di una smisurata vitalità, è solo perché la storia e la sceneggiatura alzano una barriera di sicurezza tra la loro ragione e il loro desiderio.
Come dargli torto! Ciononostante, per queste affermazioni, Greene fu accusato di perversione e costretto a scappare in Messico, ma anche questa è un'altra storia. La Temple, nel frattemple, era diventata troppo grande (parliamo di dodici/tredici anni di età) e non riuscì a riciclarsi come attrice non-più-bimba, ritirandosi del tutto da Hollywood alla veneranda età di ventidue anni. Dagli anni '50 ad oggi ha passato la sua esistenza a riciclarsi come ambasciatrice, politica e chissenefotte.

Resta l'impronta iconica che la piccola Shirley Temple ha lasciato nel mondo, basti pensare a quest'opera di Dalí o all'inclusione della sua effigie nella copertina di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles, qui ritratti proprio insieme a lei ed alla di lei figlia Lori, che diversi anni dopo entrerà a far parte dei Melvins. Riposa in pace, povera orfanella.

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Morirono così