IL MORTO DEL MESE

martedì 28 gennaio 2014

Pete Seeger (1919-2014)

NEW YORK, NEW YORK, STATI UNITI D'AMERICA -

[DISCLAIMER]Se quello che non volete da questo sito sono dei post piagnoni in cui ci disperiamo per la morte dei nostri idoli personali, forse è meglio non andare avanti nella lettura[/DISCLAIMER]

Con la morte di Pete Seeger scompare molto più che un cantante folk. Nessuno mette in dubbio che Pete nella sua lunga carriera non si sia mai perso un momento della vita politica del paese, riuscendo a mettere da parte il suo astio verso il presidente Roosevelt, a patto che si eliminasse Hitler, sostenendo la resistenza durante la Guerra di Spagna e opponendosi alla Guerra del Vietnam. Ancora di più pochi possono dire di non conoscere If I had a Hammer (di cui Rita Pavone fece una cover violenta), Turn Turn Turn o Goodnight Irene nella versione del suo primo gruppo, i Weavers.

Quello però per cui forse non gli saremo mai abbastanza grati è la sua enorme curiosità, che lo portò negli anni trenta con il suo amico Woodie Guthrie a girovagare per gli Stati Uniti alla ricerca dell'anima della nazione. Il suo orecchio sempre attento alla scoperta dei tesori delle lande più sperdute degli Usa, ma anche del fermento giovanile, ci permettono oggi di ascoltare personaggi incredibili come Roscoe Holcomb, o il leggermente più famoso Bob Dylan, di cui fu un gran sostenitore, e rendere eterni brani come We Shall Overcome, la canzone simbolo della protesta contro le dittature e l'apartheid in Spagna, Sudafrica e India. Il suo lavoro da archivista ha permesso che non andasse perduta un'enorme quantità di roba che oggi possiamo scaricare illegalmente perdendoci Ringo Starr che vince i Grammy, inoltre grazie ai suoi libri forse un giorno impareremo a suonare il banjo a 5 corde.

Giusto per amor di cronaca ricordiamo il suo impegno ambientalista, il suo antirazzismo e il suo stalinismo che gli causò non pochi problemi nell'America Maccartista. Pete nel tempo rimase un po' deluso man mano che si scoprivano cose sull'URSS, ma rinnegando Stalin continuò a professarsi comunista tanto che quando suonò alla festa per la vittoria di Obama suonò This land is your land includendo le strofe che si esprimono contro la proprietà privata. Tra l'altro va ricordato come proprio a Seeger Springsteen dedicò il suo album migliore dopo secoli, come Pete fu presente alla marcia del movimento Occupy nonostante l'età avanzata e come, una sua canzone cantata da 40mila norvegesi, fu la risposta alle frasi anti-marxiste dello stragista Andres Breivik.

Addio Pete, la tua vita è stata un inno alla gioia (ok, questo l'ho scritto solo per linkare il pezzo).

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Morirono così