IL MORTO DEL MESE

sabato 4 gennaio 2014

Marcello D'Orta (1953-2013)

ARENELLA, NÀPULE - So che ve lo stavate chiedendo in molti ma... no, alla fine non se l'è cavata. Eh già, Marcello D'Orta, il più famoso maestro elementare d'Italia, ha dovuto fare i conti con la nera signora. Oltre ad insegnare a leggere e scrivere a bambini a cui non poteva fregarne di meno, ha scritto un sacco di libri tra i quali l'unico di cui sia sbattuto qualcosa a qualcuno è Io speriamo che me la cavo, nota raccolta di temi di bambini dalla quale la Wertmüller ci ha perfino tratto un filmo. Vabbù, apponiamo ad imperitura memoria alcuni dei pensieri migliori espressi dagli scolari nel libro e amen:
Il mondo fa schifo, io non ho paura a dirlo, perché sono il capoclasse, e certe cose posso dirle.
Io penzo (e credo) che la donna deve essere uguale a l'uomo, perché non è giusto che non è uguale. L'8 Marzo la donna deve essere uguale, all'uomo!
Io vorrei vivere all'età della pietra, per buttare mazzate.
Quando Giovanni mi sfotte vorrei fare il boia. Io sono sicuro che se farei il boia riuscirei bene.
Un povero che chiede la carità a Milano, non è di Milano, è di Foggia.
Io cretevo chi sa come erano fatti i francesi. Sono tali e quali a noi, solo un po più francesi.
Se devo dire la verità, ma proprio la verità, a me il telegiornale dell'una mi piace, perché non lo vedo in quanto esco da scuola a più dell'una.
A tavola mia si mangia con i guai. Poi, se abbiamo finito, e esce la faccia di Gheddafi, papà fa un rutto.
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Morirono così