IL MORTO DEL MESE

venerdì 17 gennaio 2014

Hiroo Onoda (1922-2014)

TOKIO, GIAPPONE - Salutiamo oggi l'appena diventato cadavere Hiroo Onoda, che nella vita è stato famoso per la sua fedeltà al Giappone. Hiroo era un militare che fu mandato sull'isola di Lubang nelle Filippine con un preciso ordine: non arrendersi a costo della vita.

Un ordine che il cocciuto Hiroo prese alla lettera, così, quando un anno dopo tutte le truppe giapponesi furono sterminate, con tre commilitoni scappò a nascondersi sulle montagne. La vita alla macchia era dura e Akatsu (uno degli altri militari nascosti con lui) decise di arrendersi, scoprendo che la guerra era finita, così, una volta tornato in Giappone, raccontò a tutti che oltre a lui erano ancora nascosti nelle foreste Filippine Onoda e altri due militari.

Nel 1952 il governo Giapponese decise che non era possibile lasciare 'sti poveretti a combattere una guerra finita da un po' troppo tempo e mandò aerei a lanciare lettere e foto di famiglia, i quali però, da bravi paranoici, le videro e ipotizzarono un complotto, non credendo a nulla.

Durante questo periodo i giappi non se ne stettero mica buonini: bruciarono i raccolti, uccisero circa trenta filippini e rimasero coinvolti in diverse sparatorie con la polizia filippina, che il più delle volte cercava solo di convincerli che la guerra fosse finita. Proprio in queste sparatorie persero la vita gli altri suoi due camerati e Onoda rimase da solo, fu dichiarato morto e nessuno lo cercò più.

Tutto questo fino al 1972, quando Norio Suzuki, un esploratore giapponese che era alla ricerca del "Tenente Onoda, di un panda e dell'abominevole uomo delle nevi, in quest'ordine", non si imbatté in Onoda tra le montagne. Subito nacque un'amicizia, ma Hiroo gli spiegò che senza l'ordine di un superiore lui non avrebbe mai lasciato la postazione. Suzuki pazientemente tornò in patria, recuperò un suo ex superiore (che nel frattempo era diventando un libraio) e convinse Hiroo a smetterla di dare fastidio ai filippini, il governo filippino a non arrestarlo per tutti quegli anni di guerriglia ingiustificata e il governo giapponese ad accoglierlo con onore.

Il resto della storia è molto breve: Onoda non si trovò bene in Giappone e si trasferì in Brasile, ma poi tornò, fondò una scuola di sopravvivenza e scrisse un libro con il rammarico che se avesse resistito qualche mese in più sarebbe stato il soldato fantasma (sapete cos'è, l'avete visto tutti Chi trova un amico...) a rimanere nascosto per più tempo, titolo che invece spetta all'insignificante Nakamura, la cui storia è molto meno interessante, ma per fortuna è morto nel '79 e non ve l'abbiamo dovuta raccontare.

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Morirono così