IL MORTO DEL MESE

lunedì 25 marzo 2013

Boris Berezovsky (1946-2013)

ASCOT, BERKSHIRE, INGHILTERRA, REGNO UNITO DI GRAN BRETAGNA E IRLANDA DEL NORD - Con qualche giorno di ritardo salutiamo il matematico Boris Berezovsky, conosciuto ai più per essere stato uno di quei russi che, approfittando del crollo del comunismo e della privatizzazione selvaggia di qualsiasi cosa, sono diventati dei super-miliardari.

Berezovsky nel 2000 però bisticciò con il suo vecchio amico Putin, accusandolo di voler trasformare la Russia in uno stato autoritario, di nuovo. Dato che possedeva un mucchio di televisioni, il suo dissenso si faceva sentire non poco e Putin si incazzò e lo costrinse a rifugiarsi in Inghilterra, dove chiese asilo e si liberò dei suoi investimenti in patria. I russi però lo volevano indietro e chiesero l'estradizione, in quanto secondo loro colpevole di milioni di crimini, ma la Regina non volle.

Ovviamente Berezovsky divenne un forte oppositore del governo russo: organizzò gruppi anti-Putin e iniziò a rilasciare interviste in cui diceva che Putin era un caccapupù. Nel 2003 fu il bersaglio di un attentato con armi chimiche poi fallito, stando alle rivelazioni di Aleksandr Litvinenko, ma la polizia inglese non trovò alcuna prova in merito.

Nel 2006 Litvinenko fu avvelenato con del polonio; tutto il mondo pensò che fosse stato ucciso dagli agenti segreti russi, anche perché proprio lui, poco prima di morire, diede la colpa a Putin per il suo avvelenamento. Ovviamente il governo e i media russi non la pensarono così e si convinsero che era stato Berezovsky ad uccidere Litvinenko per far cadere la colpa sul governo russo. Nel 2007 un nuovo complotto contro Berezovsky andò in atto: girò voce che un sicario mandato dalla Russia fosse pronto a farlo fuori. La polizia inglese arrestò della gente, altra la rimandò in Russia, ma nonostante questo la vicenda non fu molto chiara (tanto per cambiare).

Saltiamo un po' di cose tra cui una causa persa con l'altro oligarca russo Roman Abramovich (il presidente del Chelsea), accusato di rottura di contratto, ricatto etc. etc.

Siamo a qualche giorno fa, quando il genero di Berezovsky comunica su Facebook la morte del ricco russo. Dopo qualche ora uno dei suoi avvocati annuncia che probabilmente è un suicidio, forse causato dal fatto che Berezovsky si era venduto di tutto per potersi permettere la causa multimiliardaria contro Abramovich, forse causato dal fatto che negli ultimi tempi era depresso e aveva allontanato tutti i suoi amici. Il portavoce di Putin fa sapere che qualche tempo prima aveva persino chiesto scusa al suo ex-nemico.

Alla teoria del suicidio sono in molti a non credere: "Aveva molti nemici e non credo al suicidio", spiega la moglie di Litvinenko, quello che secondo i media russi sarebbe stata vittima di un piano diabolico ordito proprio da Berezovsky; "L'hanno strangolato", grida forte Nikolai Glushkov, ex direttore dell'Aeroflot; "A luglio tutti a Rio de Janeiro", esclama invece Papa Francesco, invitando tutti questi complottisti a "non essere mai tristi" e farsi una vacanza.

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Morirono così