IL MORTO DEL MESE

lunedì 19 novembre 2012

Elena Donaldson Akhmilovskaya (1957-2012)

SEATTLE, STATI UNITI D'AMERICA - Vi ricordate l'Italia post-rurale, quando giovani coppie di innamorati sparivano per qualche giorno per mettere i genitori davanti al fatto che il ragazzo aveva inserito il proprio pene nella vagina della ragazza e costringerli ad acconsentire alle nozze? Una cosa simile è successa anche nel magico e mai abbastanza osannato mondo degli scacchi.

L'appena defunta Elena Donaldson Akhmilovskaya deve i suoi natali alla cara vecchia San Pietroburgo (allora Leningrado), dove da brava russa imparò i rudimenti del giuoco degli scacchi che, una volta trasferitasi in Georgia, affinò talmente bene da diventare una delle scacchiste più forti del mondo.

Da Grandmaster quale era sfidò anche la divina campionessa mondiale Maia Chiburdanidze, venendo però clamorosamente sconfitta. Questo non fermò la sua carriera che ad un certo punto ebbe una svolta inaspettata: alle Olimpiadi di Scacchi di Salonicco del '88 si sposò improvvisamente (qui si ricollega la parte sulla fuìtina) con il capitano della squadra statunitense John Donaldson e scappò negli Usa, facendo perdere per la prima e ultima volta un'olimpiade alla squadra sovietica femminile.

Una volta trasferita negli Usa e superato il matrimonio di convenienza, la Akhmilovskaya si risposò con un altro scacchista di livello internazionale dal nome vagamente russo, un certo Georgy Orlov, con il quale figliò a Seattle. Inutile dirvi che una volta negli Usa per lei non esisteva un avversario degno del suo nome e in due mosse divenne Campionessa statunitense di scacchi.

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Morirono così