IL MORTO DEL MESE

sabato 15 settembre 2012

Roberto Roversi (1923-2012)

BOLOGNA, LA GRASSA - Chiedilo a una ragazza di quindici anni di età, chiedi chi era Roberto Roversi e lei ti risponderààààààààààààà.

Lascia per sempre questa valle di lagrime il poeta, editore e paroliere bolognese Roversi. Supercomunistone, da regazzino si arruolò tra i partigiani poi, nel 1955, fondò (insieme a Francesco Leonetti e PPP) la rivista di poesia Officina. Qualche anno dopo fondò un'altra rivista: Rendiconti. Negli anni settanta poi, dopo aver diretto Lotta continua, decise di non scrivere più per i grandi editori, collaborando solo con piccole riviste ciclostilate (i più gggiovani fra voi, le chiamino pure fanze) o pubblicando libri di poesie con le pagine da schiudere col tagliacarte (inutile aggiungere che questi ultimi non erano assolutamente in vendita, ma venivano da lui spediti solo a chi faceva il bravo).

Di particolare rilievo poi, furono i suoi lavori come paroliere con collaborazioni con (ahinoi) gli Stadio e con il compianto Lucio Dalla, quest'ultima concretizzatasi in tre degli album più fichi dell'uomo-scimmia bolognese: Il giorno aveva cinque teste, Anidride solforosa ed il concept Automobili. Non ci resta che postare uno stralcio tratto da una sua poesia trovata a capocchia sul web e dargli l'estremo saluto.
Italia Italia Italia.
Dice: il Che mi è caro e non è morto mai.
Dice: in tanti lo fischiano io continuo a cantarlo.
È il mio eroe di Alamo
e la vita è battaglia all’ultimo sangue
alle volte capita di dover fare
di potere rischiare e di dover cadere.
Hanno memorie rapide e leggere
i mandarini di casa nostra.
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Morirono così