IL MORTO DEL MESE

martedì 24 luglio 2012

Jacqueline Piatigorsky (1911-2012)

LOS ANGELES, CALIFORNIA, STATI UNITI D'AMERICA - Un saluto accorato alla centenaria Jaqueline Piatigorsky, che nella vita non si è mai dovuta preoccupare di lavorare, e invece che dedicare la propria vita alla droga ha fatto un po' quello che gli passava per la testa, eccellendo in tutti i campi in cui si applicava.

Figlia di un ricco banchiere francese, non vide mai i suoi genitori e fu allevata dalla sua balia, si sposò e divorziò dopo cinque anni scuotendo le regole della propria famiglia; i Rothschild infatti (questo era il cognome di Jacqueline da nubile) praticavano da tempo l'endogamia come metodo per mantenere intatto il proprio patrimonio (in pratica per stare tranquilli si sposavano sempre fra pro-cugini). Jacqueline però fece di testa sua e si risposò con un violoncellista russo.

Poi arrivarono i Nazi e tutta la famiglia Rothschild scappò negli USA; lì Jacqueline, annoiata dalla ricchezza, si dedicò al tennis, e, corpo di mille balene, era bravissima! Partecipò a diverse gare e vinse premi a livello nazionale, ma il tennis è uno sport ripetitivo e poco rischioso e allora eccola lanciarsi negli scacchi: iniziò a fare corsi intensivi con Herman Steiner e in poche mosse entrò in Nazionale. Fra le varie partite disputate c'è quella con Mona May che ci ha fatto innamorare del suo scacchismo, talmente tanto che abbiamo deciso di ricordarla qui:


Ho le lacrime agli occhi per quel Rec1 totalmente inaspettato!!! Ma torniamo a bomba: Jacqueline, da riccona che era, iniziò a fare la mecenate e organizzò qui e lì tornei di scacchi all'ultimo sangue, finanziò giovani promesse degli scacchi e istituì la Piatigorsky Cup. Ma anche gli scacchi alla lunga annoiarono Jacqueline e così finanziò il Conservatorio della Nuova Inghilterra e si dedicò alla scultura fino al giorno della sua morte.

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Morirono così